Enzo Fortunato: Genitori, figli e difficoltà
Le mamme hanno visto sempre lungo e intravisto, prima di qualsiasi altro, opportunità e pericoli che le nostre scelte potevano generare
L’italia intera è rimasta sgomenta per la tragica morte di Giovanni, il ragazzo suicida in seguito ad una perquisizione della Guardia di Finanza in casa sua. L’episodio ha avuto una grande risonanza, da Repubblica al Corriere con Gramellini, dal titolo “Il (difficile) mestiere di essere genitore”.
Le parole della mamma al funerale del figlio lasciano intravedere il dramma vissuto da tanti genitori, che si ritrovano a vivere l’incomunicabilità tra genitori e figli, in uno dei momenti non semplici del periodo adolescenziale.
Permettetemi una confidenza: ricordo la mia incomunicabilità con papà e mamma, ricordo la loro pazienza, ricordo anche quelle dure prese di posizione per cui mi sembrava di percepire una distanza abissale tra me e loro, come se mi privassero del loro non amore. A distanza di tempo quel loro silenzio, quella loro apprensione, quel saper attendere lo riconosco, invece, carico di amore e di aspettativa nei miei confronti. Oggi mi permette di dire “grazie”. Ecco perché desidero proporre ad alta voce, ma sommessamente, le parole di questa mamma che altro non voleva che il bene del figlio. A distanza di anni ci accorgiamo tutti, e credo i più saggi lo possano dire, che le mamme hanno visto sempre lungo e intravisto, prima di qualsiasi altro, opportunità e pericoli che le nostre scelte potevano generare.
San Francesco, ricordano le Fonti Francescane, desiderava che i frati fossero madri e figli gli uni degli altri, desiderava che la ricchezza della relazione tra genitori e figli affiorasse anche nel rapporto tra i frati.
Un modo nuovo per educare lo traggo dalle parole di Oriana Fallaci che nel suo libro Lettera ad una bambina mai nata scrisse così: “Adora la tua inquietudine finché avrai forze e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, soprattutto i piú pavidi e vulnerabili. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio con curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva. Mi piacerebbe che la persona che piú ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell'orizzonte. E tu allora porterai quell'amore sempre con te, nascosto nella tua tasca piú intima". di Enzo Fortunato
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