Economia, la vera questione riguarda la libertà
La vera questione riguarda la libertà. Oggi, chi è più libero: l’uomo, artigiano del Mercato o il Mercato che vuol rendere felice un “uomo economico”?
L’homo oeconomicus, un soggetto con una razionalità capace di scegliere in base all’utilità tra i beni a disposizione, secondo un quadro ordinato di preferenze. Siccome la crescita del suo benessere era conditio sine qua non di felicità, il Mercato fu spinto ad adattarsi, a massimizzare le vendite, ad indurre desideri e a far aumentare i consumi. Il paese dell’homo oeconomicus divenne sempre più bello, un grande centro di scambi dove tutto si muoveva velocemente e tutti avevano almeno qualcosa da consumare, per diventare felici.
Come si conclude la favola? Purtroppo, non c’è un finale. Infatti, il protagonista della storia – frutto dell’immaginazione di filosofi ed economisti – è entrato nella vita reale (dove ha incontrato schiere innumerevoli di uomini e donne disposti ad assecondarlo). Così, anche se nella realtà non esiste un uomo con siffatto raziocinio o in grado di prevedere le situazioni per poter scegliere ciò che più gli conviene; e tanto meno esistono uomini che diventano più felici se possono consumare di più o avere a disposizione più beni… eppure, oggi l’homo oeconomicus è diventato il gaio protagonista del mercato economico e finanziario, l’assoluto monarca delle strategie della comunità europea, il fantasma che si aggira nei nostri paesi e minaccia ritorsioni terribili verso quanti tentano di scacciarlo: “se vi liberate di me, sarete condannati a regredire e tornare alla condizione dei primitivi, senza benessere e senza futuro”.
E dire che, nella vita autentica, soddisfatti i bisogni primari, l’uomo gioisce in special modo per la reciprocità, la gratuità, l’affermarsi della giustizia sociale, per le espressioni del bello, per l’armonia della natura e per la ricchezza delle culture. Queste ovvietà, sono oramai dimostrate da molti studi di settore. Tra questi, menziono gli interessanti contributi della scuola tedesca. Anche per questo saluto con piacere la visita in Assisi del Cancelliere tedesco Angela Merkel.
Ma qual è il vero problema che siamo chiamati ad affrontare? Se da un lato il fallimento dell’attuale sistema economico-finanziario è evidente, dall’altro l’Italia (e l’Europa) sembra essere saldamente in mano a ragionieri e banchieri, che orbitano intorno a temi quali: capacità e crescita di consumi, risparmio e accumulo di averi. I governi stessi sono satelliti nell’orbita di tale paradigma e non riescono a cambiare traiettoria per restituire ai popoli orizzonti praticabili di felicità autentica.
Ora, non è interessante stabilire se hanno ragione i sostenitori del mercato libero o di un mercato calmierato, se è più giusta la visione liberale o quella socialista. Lo snodo è collocato oltre la sinistra e la destra. Infatti, in pochissime delle nostre scelte noi influenziamo il cambiamento del Mercato, mentre in tantissimi nostri comportamenti il Mercato ci condiziona.
Allora, la vera questione riguarda la libertà. Oggi, chi è più libero: l’uomo, artigiano del Mercato o il Mercato che vuol rendere felice un “uomo economico”? La globalizzazione dell’economia e della finanza è un processo che non si arresterà. Urge un tavolo comune che affronti la crisi, in specie quella europea, mettendo al centro la tematica della politica quale forza di aggregazione e di governo dello spazio pubblico, degli interessi della collettività. D’altronde, cosa è più importante, offrire un indirizzo di senso a cittadini disorientati o formulare un nuovo patto di bilancio? Si tratta di una missione impellente. Ed è solo il fischio di inizio.
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