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Economia, capitale umano anti-Covid

Cinzia Arena Ansa - Tino Romano
Pubblicato il 08-09-2020

Lo Stato in questo momento sostenga i fondi privati

Indirizzare il risparmio degli italiani verso le piccole e medie imprese per favorire la ripartenza economica dopo lo stallo creato dalla pandemia. Oggi più che mai il ruolo degli investitori privati sembra essere fondamentale per sostenere il tessuto produttivo italiano.

L'Aifi, l'associazione italiana del private e equity e venture capital, nel corso del convegno annuale che si è svolto ieri ha evidenziato da una parte il cambiamento di strategia degli operatori e dall'altro come sia necessario un cambio di mentalità per fare in modo che la ricchezza degli italiani non resti 'bloccata' nei conti correnti.

«L'Italia - ha spiegato il presidente dell'Aifi Innocenzo Cipolletta - resta un Paese con grandi disponibilità di risparmio che un tempo affluiva alle imprese attraverso il sistema bancario ma negli ultimi anni questo flusso si è molto ridotto. È importate che oggi questo risparmio possa affluire direttamente alle imprese, in particolare a quelle non quotate». Secondo Cipolletta è importante che lo Stato sostenga il capitale privato in momenti di emergenza, ma anche che non lo sovrasti: «C'è la necessità che il capitale pubblico, che viene immesso ora sul mercato, non spiazzi il capitale privato. È necessaria una collaborazione forte».

Il mercato dei fondi di investimento è stato costretto a cambiare le proprie strategie in seguito all'epidemia di coronavirus. In base a una ricerca condotta su 75 operatori il private equity (settore che finanzia società non quotate in Borsa ma dotate di elevate potenzialità di crescita) si concentrerà soprattutto su strategie di add-on (65%), cioè di acquisizione di società da parte delle aziende target già in portafoglio, il venture capital (che si occupa delle nuove imprese) dei piani delle startup (63%) e il private debt (che finanzia i debiti emessi dalle imprese) sulla rinegoziazione degli accordi originari (79%).

Il 43% degli operatori di private equity intervistati, nei prossimi mesi aumenterà la reportistica verso gli investitori con aggiornamenti più frequenti e dettagliati e con un capitolo specifico dedicato alla valutazione dell'impatto Covid-19. I venture capitalist invece hanno dichiarato che le proprie aziende target hanno subito un maggiore impatto legato alle vendite (89%), alla raccolta di capitale (53%) e al rapporto con i propri clienti/fornitori (26%). Infine, il 63% degli operatori di private debt, afferma che l'impatto sul rischio di default delle aziende finanziate sarà un incremento compreso tra l'1 e il 10%; solo un 5% ritiene possa essere compreso tra il 20 e il 40%.

Aifi ha anche analizzato gli effetti dell'adesione ai principi Esg (acronimo di ambiente, sociale e governance) da parte degli operatori finanziari. È stato analizzato un campione di 125 imprese coinvolte in operazione di private capital negli ultimi tre anni. I risultati hanno dimostrato come l'ingresso di un fondo in un'azienda porta all'adesione di politiche sostenibili a livello di welfare aziendale nel 32% dei casi, ad una crescita del numero dei dipendenti (nell'89% dei casi) e dei manager che coinvolge sia la quota di laureati che quella femminile. Un'azienda su deu ha inoltre avviato piani di welfare per il personale.

Nel corso dell'emergenza sanitaria secondo l'Aifi il capitale umano ha avuto un ruolo fondamentale per le aziende. «Una migliore governance - ha sottolineato l'Aifi - ha aiutato le imprese a reagire meglio e a ripartire con maggiore slancio». (Avvenire)

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