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Dopo la sparatoria. «Disarmiamo Napoli»: in manifestazione anche per Noemi

Redazione Avvenire
Pubblicato il 06-05-2019

"Forza Noemi" urlano centinaia di persone radunate in piazza Nazionale, dove venerdì la bimba di quattro anni è stata colpita da un proiettile vagante.

Alla manifestazione delle associazioni anticamorra hanno partecipato numerosi familiari di vittime innocenti della criminalità: "Non vogliamo che quella bambina si aggiunga alla lista del nostro dolore".

E con loro c'era anche il figlio di un esponente di spicco di un clan malavitoso, Antonio Piccirillo, che si è dissociato pubblicamente dalle scelte del padre e che non esita a gridare in piazza: "La camorra fa schifo". "Amo mio padre ma non lo stimo. Dobbiamo dissociarci dalla camorra" ha proseguito Piccirillo, figlio del boss Rosario, intervistato dai giornalisti, dopo la manifestazione a Napoli. "Mi fa schifo quella subcultura - ha spiegato - la camorra è da buttare e schiacciare, anche se mio padre è stato uno di loro. E ora è in carcere, da anni". "Io gli voglio bene - ha insistito - ma non sarà mai un amore totale. Lui lo sa. Ha capito. Dice anzi che solo questa mia svolta ha dato un senso alla sua vita buttata". È sceso in piazza "perché non voglio che altri facciano questa fine, non voglio più che altri si rovinino".

Anche allo stadio San Paolo di Napoli sono comparsi alcuni striscioni per la bambina ferita nella sparatoria: "Noemi non mollare", questo lo striscione esposto in curva B nel corso di Napoli-Cagliari. In curva A è stato esposto invece lo striscione "In silenzio per Noemi". Così gli ultras del Napoli hanno dimostrato la loro vicinanza alla bambina di 4 anni rimasta ferita nel corso di una sparatoria di camorra venerdì in piazza Nazionale a Napoli e che è ricoverata in gravi condizioni all'ospedale Santobono.

Lei, la piccola, lotta tra la vita e la morte nell'ospedale pediatrico Santobono di Napoli: domenica si sono recati da lei il presidente della Camera, Roberto Fico e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. I medici sono riusciti a estrarre il proiettile che le ha perforato i polmoni, fortunatamente senza ledere il cuore né il midollo spinale, ma le condizioni della paziente restano "estremamente gravi". Noemi è in coma farmacologico, respira grazie al ventilatore meccanico, e ai suoi familiari radunati fuori della rianimazione non resta che sperare e pregare.

"DisarmiAmo Napoli", si legge sullo striscione dell'associazione Un popolo in cammino, promotrice dell'iniziativa cui hanno aderito Libera e altre sigle. "La camorra non può distruggere le nostre vite e quelle dei nostri figli", hanno affermato i partecipanti al sit-in. Tanti in piazza, ma non abbastanza secondo gli abitanti del quartiere: "Di fronte a un episodio così grave doveva scendere in piazza tutta Napoli", hanno commentato i residenti invocando più sicurezza, più telecamere, più istruzione e strutture di aggregazione per i giovanissimi.

Senza sosta le indagini della squadra mobile di Napoli sull'agguato di venerdì: il bersaglio era il pregiudicato Salvatore Nurcaro, 32 anni, considerato vicino ai clan del quartiere San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli, raggiunto da sei proiettili e ricoverato in condizioni gravissime. Alla pista dell'agguato camorristico si affiancano altre ipotesi: una telecamera ha ripreso un sicario corpulento e dalle movenze impacciate, modalità che farebbero pensare a rancori di tipo personale.


Ilaria Solaini, Avvenire 

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