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Corvaro accoglie suor Madeleine, suor Lucie e suor Pauline

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Pubblicato il 06-12-2020

Assieme al nuovo sacerdote, la comunità di Corvaro ha accolto anche tre suore

Assieme al nuovo sacerdote, la comunità di Corvaro, domenica scorsa, ha accolto anche le suore inviate a svolgere servizio apostolico tra le genti dell’alto Cicolano. Si tratta delle francescane di Nostra Signora dei Poveri, giovane congregazione nata da una trentina d’anni nelle Filippine. Nell’arcipelago asiatico si trova la casa generalizia di questo istituto di ispirazione francescana, fondato da Madre Speranza V. Orejola, sotto la protezione del vescovo carmelitano Julio Xavier, emerito della prelatura di Infanta, nella provincia di Quezon: una famiglia religiosa composta di suore, frati, sacerdoti e laici associati.

Ancora vivente la fondatrice, ormai ultraottantenne ma ancora in piena forma nel guidare questa comunità che oltre che nelle Filippine ha missioni in Africa e negli Usa, mentre in Europa aveva finora messo radici soltanto a Londra (dove le religiose collaborano nella Nunziatura apostolica).

A Roma tali suore sono presenti solo per studiare. Ed è qui che suor Marie Madeleine, ora inviata a Corvaro come superiora, le ha conosciute, lei che veniva da un’altra esperienza vocazionale. Dopo qualche anno trascorso in una congregazione spagnola di spiritualità redentorista, sentendosi attratta più dall’ideale francescano, prima di prendere i voti perpetui ha cambiato comunità, incrociando questa nuova congregazione dove, spiega, l’accoglienza verso coloro che stanno cercando la propria via viene vista con quello spirito di apertura con cui san Francesco si faceva vicino ai poveri, ai lebbrosi.

Suor Madeleine, nativa della Repubblica Democratica del Congo, si trova in Italia da ormai quasi vent’anni e ha ottenuto la cittadinanza italiana. Assieme a lei, sono giunte a Corvaro altre due religiose africane: suor Lucie, anch’essa congolese, e suor Pauline, nativa del Benin. Destinazione: la casa canonica di Santo Stefano del Corvaro, l’altra piccola frazione che comprende la parrocchia Santa Maria alla cui guida si è appena insediato don Josaphat. Qui il vescovo Domenico ha destinato la nuova comunità religiosa chiamata a esercitare l’apostolato in questa terra, vivendo qui il carisma della congregazione.

Un carisma che si esplica nell’impegno pastorale a servizio della Chiesa, nella testimonianza di fede e di carità, nella vita di preghiera, come spiegano le religiose. «Spiritualmente seguiamo gli esempi francescani di san Francesco d’Assisi e di madre Speranza, in particolare il loro amore per Gesù nel Santissimo Sacramento, la loro tenera devozione alla Madre di Dio, la Madonna dei Poveri e Regina della Pace e la loro fedeltà all’insegnamento della Chiesa. Vivere, lavorare, pregare – e giocare – insieme, ci aiutiamo gli uni gli altri a crescere in santità, sviluppare i talenti e le capacità necessarie per diffondere la fede cattolica ed anche salvare molte anime». Ora l’approdo in terra reatina.

«È stato per noi – dice la superiora – un segno della Provvidenza incontrare monsignor Pompili. Ci ha accolto a braccia aperte», offrendo la possibilità di avviare attività pastorale in questo angolo remoto del centro Italia. Lei pensava di poter avviare una missione nel suo Paese natale, dato che la congregazione delle Francescane di Nostra Signora dei Poveri è finora presente in altre nazioni del Continente Nero (Kenya, Tanzania, Uganda, Costa d’Avorio) ma non ancora nel Congo. Invece eccola, con le altre due consorelle, farsi compagna di cammino di questa piccola ma fervida comunità di antica tradizione cristiana.

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