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Ciao Franca, una vita accanto a chi soffre

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

E' morta nei giorni scorsi a Milano Franca Tavazzani, per tutta la vita si era dedicata all'Associazione Italiana Assistenza Spastici, della quale era sempre stata entusiasta promotrice occupando diverse cariche, responsabile a Milano ed infine vice- presidente nazionale. Minuta, in apparenza fragile, uno sguardo fermo e vivo, portava a compimento senza esitare gli impegni più' difficili e gravosi.

La conobbi negli anni 80, quando venne realizzato a Roma, un grande festival nazionale per artisti diversamente abili, su ispirazione di Jean Kennedy Smith che aveva creato una Associazione internazionale in questo senso. Lei stessa, Franca, era andata negli Stati Uniti ed avendola incontrata le aprì la strada per sviluppare questa idea in Italia facendola incontrare con la cognata, Mariapia Fanfani, allora impegnata in Croce Rossa. Era legatissima a questa esperienza americana e volle seguire sempre la Associazione italiana che prese l’avvio da quel primo incontro.

Di lei ricordo l’entusiasmo con il quale si dedicava a ogni impresa, quanto più complessa , tanto più stimolante. Sempre negli anni ottanta, la aiutai a organizzare una presenza AIAS a un udienza a Piazza San Pietro con Papa Giovanni Paolo II. Il gruppo folto dell’AIAS venne salutato insieme agli altri gruppi presenti e mentre pensavo che il saluto generico a queste persone che vivevano con tante difficoltà, era un po’ restrittivo, vidi sfilare davanti al Papa, uno per uno, tutti i diversamente abili presenti, con i quali il Papa si trattenne a lungo.

All' interno dell' AIAS, sentii l'allora Presidente Nazionale e grande anima dell’Associazione, Ing. Franco Lo Trovato, definirla "La nostra luce". Ricordo tra i mille eventi che la hanno vista protagonista e sostenitrice - in questo caso con Anna Maria Comito, presidente di COFACE - la Conferenza Europea in cui AIAS, e le nostre istituzioni, presentavano la presentazione della Carta Europea, la mappa cioè del sostegno ai familiari che si prendono cura dei familiari non autosufficienti, oppure quando l’AIAS.

Indisse, per i 60 anni della sua storia, un concorso rivolto agli studenti delle scuole superiori di tutta Italia sul loro modo di vedere la diversa abilità, attraverso espressioni artistiche, disegni, poesie, scritti. La premiazione, realizzata in Campidoglio, venne ripresa da tutti i mezzi di comunicazione ed ebbe una larga diffusione. Ricordo anche la sua preoccupazione e le iniziative destinate a creare quello che diventò poi il “Dopo di noi” e cioè una Associazione rivolta a garantire ai propri figli e familiari con diverse abilità, una assistenza adeguata, dopo il proprio decesso.

Nel corso degli anni quasi trenta, mi capitava di chiamarla a tutte le ore, spesso il venerdì pomeriggio, sul tardi e non ci fu una unica volta in cui non l’abbia trovata in ufficio al suo posto. In primissimo luogo certo c’era la famiglia , marito, figlie, generi e nipoti, di cui andava orgogliosa, ma poi la sua vita era l’AIAS . Ciao Franca, ci mancherai moltissimo. (Annamaria Puri Purini)

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