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Carlo Conti annuncia 'Con il Cuore': più francescana, più raccolta

Tiziana Leone Mauro Berti
Pubblicato il 06-05-2020

La trasmissione di solidarietà si terrà il 9 giugno ad Assisi

Il glamour, i flash dei fotografi, le scollature, i sorrisi, gli abbracci, la gioia, la delusione, le statuette. Questa era la serata dei David di Donatello, realizzata per celebrare il cinema italiano, senza abdicare però alle regole della televisione. A condurre Carlo Conti, l'uomo macchina, capace di concludere uno show, solitamente infinito, persino in anticipo. Quest'anno i David di Donatello, in onda venerdì, in diretta su Raiuno, vedranno Conti, da solo, in studio in Viale Teulada, i candidati alla vittoria in collegamento da casa e le statuette consegnate solo virtualmente.

 

«Il vincitore non riceverà materialmente la statuetta - racconta Conti - Non possiamo certo portarne una a casa di ogni candidato e poi andare e riprendercela. Sarà una serata non da criticare, ma da apprezzare perché solo così possiamo premiare il nostro cinema italiano e non buttare via un anno importante».

I David senza pubblico, senza i discorsi commossi dei vincitori sul palco, non è facile. «Sono stato il primo conduttore a fermare una diretta a marzo, quando è stata sospesa La Corrida e sono il primo a tornare con una prima serata in diretta. Sarà un esperimento, un premio tecnologico. Mancherà il glamour classico, ma resterà il fascino del cinema, anche se in collegamento e non attraverso il contatto umano».

Come si svolgerà la serata?

«Per gran parte delle cinquine avremo i candidati in collegamento, dopo aver visto le clip, aprirò la busta e il vincitore avrà la parola per il suo discorso. Mi rendo conto che non ci sarà l' artista sul palco carico di emozione davanti alla platea. Sarà un' altra cosa».

Mai alcun dubbio sulla necessità di cancellare la serata?
«No, era importante consegnare questi premi e dare un segnale di ripresa. Spero che siano anche uno stimolo per l' intera macchina del cinema, che possa ripartire presto».

Da conduttore di lungo corso, come vive questa diretta che la aspetta?
«A questo punto, si fa tutto, sempre con curiosità e entusiasmo. Mi mancherà il calore del pubblico, e sarà complessa, perché non si può provare nulla: venerdì buona la prima. Di certo non mancherà lo smoking, per dare il giusto senso di ufficialità alla serata e renderla, anche nell' immagine, il più vicino possibile alla realtà».

Le difficoltà maggiori ?
«È stato molto complesso dal punto di vista tecnico, basti pensare che per ogni categoria avremo cinque collegamenti, con le eventuali difficoltà di linea. Ma anche la scaletta è stata studiata nei dettagli. Al momento della proclamazione abbiamo sostituito gli applausi con uno stacco musicale. Sarebbe stato assurdo mettere gli applausi finti. Poi avremo due momenti importanti: il David alla carriera a Franca Valeri e i cento anni di due mostri sacri del nostro cinema, Alberto Sordi e Federico Fellini che avremo modo di ricordare».

Può essere l' occasione di rivedere certi meccanismi tv che si davano per scontati?
«D'ora in poi tutto sarà un' altra cosa, non può essere altrimenti. Vale per tutti, me compreso. La tradizionale serata che conduco ogni anno da Assisi, prevista quest' anno il 9 giugno, sarà più "francescana", più raccolta. Ma ci sarà, come è giusto che sia. Anche il ritorno in tv dell' Eredità va in questa direzione. Pian piano bisogna ricominciare, adattando tutto alle regole e ai vincoli. Ma tutto quello che faremo in tv, non può essere uguale a prima. Di necessità, virtù»... (La Stampa)

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