Le visite dei pontefici
"Non si può essere fedeli al Signore e disinteressati agli altri"
Mentre dilagano paure e pessimismo, il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e uomo ascoltato della Chiesa di papa Francesco, indica una strada: «Occorre ritrovare consapevolezza, anche in un momento come questo, dove siamo più stanchi, e soprattutto mettere in atto la solidarietà della porta accanto, che è il primo antidoto sociale».
Nel dialogo con Carlo Verdelli, che firma la copertina del nuovo numero di «Buone Notizie» in edicola oggi gratis con il Corriere, monsignor Zuppi ammette la preoccupazione: «Dobbiamo esserlo tutti. Stiamo assistendo a un’altalena tra terrore e incoscienza, tra gente angosciata e gente convinta di farla franca comunque». Questo non toglie che ciascuno di noi abbia una responsabilità civile e solidale, a partire da chi si dice credente: «Ama Dio e ama il tuo vicino sono i due comandamenti che Gesù ha unito. Non è possibile dirsi fedeli al Signore e insieme mostrare disinteresse per gli altri. La prima cosa include necessariamente la seconda. Se un cattolico, specie in questo tempo buio, pensa di potertenere separate le due travi portanti della nostra fede, dovrebbe interrogarsi a fondo e sanare una contraddizione così forte».
Il nemico non è solo il Covid: «Mai minimizzare il male. Il virus che produce tutti gli altri virus si nasconde, si mimetizza. Ma i semi dell’odio sono sempre fertili. Poi, complice l’indifferenza che contribuisce a coltivarli, spuntano i frutti». E l’emergenza sociale? L’arcivescovo di Bologna cita monsignor Helder Camara, ideologo della teologia della liberazione: «Nessuno è così povero da non poter aiutare qualcuno più povero di noi». Certo, non siamo nella disumanità di molte favelas brasiliane, ma il numero dei poveri continua a crescere e crescerà nei prossimi mesi a fronte di famiglie messe in ginocchio dal blocco totale o parziale di molte attività. «Bisogna — prosegue il cardinale — costruire ponti che rendano possibile a tutti il cammino. Dare lavoro, usare le ricchezze che molti hanno per fare qualcosa di buono per gli altri. Altrimenti la ricchezza è uno spreco. La vera ricostruzione, l’unica possibile, non può che partire da una visione solidale, umana prima ancora che cristiana del vivere insieme».
L’inserto «Buone Notizie» di oggi prosegue questo dossier con una inchiesta che analizza due recenti dossier (quello di Caritas nazionale e quello di Action Aid) proprio sulle nuove povertà. E se già prima del Covid erano certificate dall’Istat 4,6 milioni di persone indigenti (erano 1,7 prima della crisi del 2008), oggi quella cifra è già aumentata e il trend non sta cambiando. La percentuale di chi per la prima volta si avvicina ad uno sportello di aiuto è passata dal 31 al 45 per cento e la fotografia inquadra soprattutto le famiglie numerose, gli stranieri e le donne. (Corriere della sera)
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