Assisi, inaugurata Casa della Misericordia per madri in difficoltà
Inaugurata ad Assisi la "Casa della Misericordia" per giovani madri, sole e in precarie condizioni economiche. Presenti alla cerimonia il vescovo della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, il sindaco della città di San Francesco, Stefania Proietti e il direttore della Caritas locale, suor Elisa Carta. La struttura è già operativa e abitata in questo momento da donne immigrate di origine africana. Per saperne di più Giulia Angelucci ha intervistato la stessa suor Elisa Carta:
R. – E’ nata così: il Papa, all’inizio dell’Anno della Misericordia, ha chiesto a tutte le Caritas di realizzare un’opera proprio per celebrare la misericordia del Signore nei riguardi dei poveri. Noi abbiamo avuto la grazia di inaugurare la prima opera della misericordia di quest’anno con l’Emporio Sette Ceste; poi, per grazia di Dio, abbiamo avuto l’opportunità di ricevere questa Casa dalle suore francescane spagnole, e noi avevamo l’emergenza delle donne incinte oppure con bambini piccolissimi, le donne rifugiate. E’ stata per noi davvero una grazia molto grande, aver potuto destinare questa Casa a ricevere queste giovani mamme. Loro già abitano là da circa un mese.
D. – Per le Caritas e la Fondazione Assisi Caritas, qual è il bilancio di questo trascorso Giubileo straordinario della Misericordia?
R. – Noi abbiamo cercato davvero di rispondere con molto entusiasmo agli inviti del Papa: infatti, nella nostra Caritas accogliamo in media da 80 a 100 rifugiati, ragazzi e ragazze. Ora, l’emergenza è per le ragazze, per la loro situazione un po’ più delicata, perché arrivano tutte molto provate dal punto di vista della salute, e alcune arrivano con un bambino in seno. Quindi era necessario rispondere veramente, con gesti concreti, per aiutare queste giovani donne. E per noi, sia l’accoglienza dei profughi sia la risposta ai poveri in generale, con le nostre Case di prima accoglienza, anche, a quelli senza fissa dimora e poi, adesso, con l’Emporio Sette Ceste, con l’accoglienza dei rifugiati che sono sparsi in vari Centri della diocesi, crediamo di aver risposto, sia pur non esaustivamente, ma comunque abbastanza impegnativamente alla richiesta del Papa. E siamo contenti di aver fatto questi gesti e di continuare a farli.
D. – Ci sono altre iniziative di questo genere in programma, per l’anno venturo?
R. – Abbiamo in mente, e stiamo lavorando a questo, di aprire un’altra Casa: infatti, noi abbiamo una Casa di pronta accoglienza per gli uomini, le persone senza fissa dimora che qua in Assisi passano in tanti. Però, avevamo una carenza per le donne: troviamo molte donne che vivono sulla strada, sia donne che sono state mandate via di casa, maltrattate e così via, donne un po’ anziane che non sanno dove andare a vivere, e pensiamo di aprire questa casa per loro; e anche per qualche famiglia sfrattata. Però, noi abbiamo – nella nostra Caritas – anche un’altra Casa che si chiama “La Madonnina” che accoglie le donne maltrattate sia con bambini sia senza bambini. In questa Casa ci sono anche alcuni profughi. Insomma, siamo proprio in piena attività per soccorrere i nostri fratelli e le nostre sorelle nel bisogno.
D. – Lei è una donna nominata direttore della Caritas diocesana che si è occupata e si occupa ancora di missioni in Africa: chi sono le donne ospitate?
R – Io ho vissuto tanti anni in Africa, ho dato tutta la mia giovinezza all’Africa e continuo a lavorare ancora per alcuni Paesi africani, soprattutto per i bimbi. Deve sapere che io ho una grande sensibilità per l’Africa: proprio in Africa, San Giovanni Paolo II mi aveva detto personalmente di non stancarmi mai di aiutare i bambini, specialmente i poveri, perché ognuno di loro è il cuore e gli occhi di Dio stesso. Me l’ha fatto promettere, gliel’ho promesso, e con le forze che mi rimangono continuo a mantenere questa promessa, perché l’Africa finalmente è venuta da me. E con molto entusiasmo faccio questo lavoro: sicuramente con tanti collaboratori, che sono molto sensibili, con l’aiuto di queste suore che ci mettono a disposizione le loro strutture e soprattutto con l’entusiasmo e la benedizione del nostro vescovo, che dà segni caritativi molto, molto significativi, anche lui personalmente.(Radio Vaticana)
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