Adozioni, mamma contesta Salvini: I miei figli sono italiani, i bambini non si toccano
Il video virale postato dalla donna su Facebook
Annuncia, 11 anni, è arrivata dal Congo quando aveva solo 21 mesi. Suo fratello Jason, 7 anni, l’ha raggiunta nel 2017 dalla Nigeria. Abitano a Busca, frequentano le scuole medie ed elementari. Sono i figli adottivi dei coniugi Nicoletta Ratti e Alberto Fusta. «E italiani», ribadisce al telefono mamma Nicoletta, dopo un video su Facebook che ha già ottenuto migliaia di visualizzazioni e condivisioni. Il messaggio dura un minuto: «Caro ministro Salvini - dice la donna, mostrando la fotografia della sua famiglia -, questi sono i miei figli. Sono arrivati dall’Africa, come dice lei, già belli e confezionati. Ma forse non lo sa: sono italiani, quanto i suoi figli. Sono il mio orgoglio, come lo sono i suoi per lei. Le sue parole fanno male. Vergogna, i bambini non si toccano». Il riferimento è alle dichiarazioni del vicepremier del 28 aprile, in un comizio elettorale a Cantù: «Noi lavoriamo perché nascano bambini qui, non perché arrivino dall’altra parte del mondo già belli e preconfezionati sui barconi».
L’ITER DELLE ADOZIONI
Nicoletta e Alberto volevano dei figli. «Non sono arrivati, così abbiamo aderito al sistema delle adozioni, nazionale e internazionale - spiega la donna -. In Italia, dopo 2 anni, la domanda è decaduta. Dall’estero, invece, è arrivata la possibilità». Torna sulle parole di Salvini. «Sembra che i figli, in Africa, ce li andiamo a comprare, come fosse un ripiego, quando è un gesto esclusivamente d’amore. Per Jason abbiamo trascorso 4 mesi in Nigeria, visto scene terribili, vissuto nella paura. Fa male tornare in Italia e assistere a questo clima.
Tutti si sentono autorizzati ad attaccare, odiare “il diverso”, forse anche perché Salvini adotta una terminologia inaccettabile per un ministro». Clima che non si respira a Busca, dove invece «Annuncia e Jason sono perfettamente integrati nella comunità. Ma anche loro sentono queste cose, e ne soffrono».
Sul video, mamma Nicoletta precisa: «Politica e partiti non c’entrano. Ho aderito all’associazione “Mamme per la pelle”, una rete organizzata di madri con figli che possano subire discriminazioni per le loro origini e il diverso colore della pelle. La presidente ci ha invitati a rispondere a Salvini; l’avrei fatto lo stesso anche se a pronunciare quelle parole fosse stato un altro. Ci ho messo la faccia, ma soprattutto il cuore». Domenica, Salvini sarà a Fossano per la campagna elettorale. «Vorrei andarci - conclude -. Se mi invitasse sul palco, salirei per spiegare che non si dice figlio adottato africano, naturale o biologico. Io lo chiamo figlio e basta, lo amo come fosse nato da me». (Matteo Borgetto - La Stampa)
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