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50 anni fa l'alluvione che travolse Firenze

Redazione online Ansa
Pubblicato il 30-11--0001

Mezzo secolo esatto fa, le prime vittime furono un ponte e un sorvegliante degli impianti idrici a Nord di Firenze: a mezzanotte e alle tre del mattino del 4 novembre 1966. Il ponte era quello sospeso dell’Anchetta, costruito nel 1947 per scommessa dal barcaiolo Guido Bartolini. E il vigilante si chiamava Carlo Maggiorelli: dalla “Nazione”, il giornale locale, gli avevano telefonato impauriti per quanto stava accadendo; aveva fatto a tempo a parlare di una situazione difficilissima, e poi l’acqua lo aveva travolto, mentre era al telefono con il giornalista e scrittore Franco Nencini.

L’alluvione dell’Arno del 1966 è iniziata così. E’ stata un evento terribile, che sconvolse il capoluogo toscano, dopo due giorni di pioggia incessante; ma anche un po’ tutta la regione: il bacino del fiume, a monte e a valle, e tanto altro; perfino Grosseto fu totalmente invasa dall’acqua. E Venezia: la peggiore «acqua alta» che ancora si ricordi. A destare sensazione, a Firenze, furono i danni al patrimonio storico e artistico: i restauri sono durati decenni, e solo adesso si sono conclusi ad esempio quelli dell’Ultima Cena di Giorgio Vasari, un’immensa tela custodita a Santa Croce. Andò poi del tutto sott’acqua la Biblioteca nazionale, con perdite gravissime: alcuni volumi, tuttavia di poco conto, attendono ancora il restauro. Spontaneamente,da tutto il mondo, accorsero subito migliaia volontari: li hanno chiamati «gli angeli del fango»; dieci anni fa, tornarono, per ricordare, in 2.200.

Una cifra basta a spiegare: a Nord, nel Comune di Campi Bisenzio, la località San Donnino fu ricoperta da cinque metri e mezzo d’acqua. Mai l’Arno aveva raggiunto una tale furia. I fiorentini reagirono con prontezza, anche grazie all’attivismo del sindaco Piero Bargellini, e con la loro solita ironia; si rimboccarono le maniche, e una trattoria espose un gustoso cartello: «Specialità in umido». La sera prima, al Teatro Verdi, avevano proiettato La Bibbia, film di John Houston che, presagio?, racconta anche del Diluvio universale.


Tutto il Paese si mobilitò; e vi fu un moto solidale pure all’estero: uno degli appelli più famosi si deve a Edward Kennedy; Franco Zeffirelli girò un documentario e così via. Oggi, Firenze espone in piazza i mezzi d’epoca dei Vigili del Fuoco, sempre tanto benemeriti e anche allora; ha di nuovo invitato gli «angeli del fango». Ma ciascuno di noi, che abbia almeno 60 anni, ricorda che cosa fu, allora, la mobilitazione dell’intera penisola. Una pagina delle più drammatiche, e una reazione delle più nobili: ora, entrambe vanno ricordate. Per favore, con un pensiero a quelli che, in quel novembre di 50 anni fa, non ce la fecero. (Fabio Ismam - Il Messaggero)

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