VITA AUSTERA. IN CHE MODO LE CREATURE LO CONFORTAVANO
VITA AUSTERA. IN CHE MODO LE CREATURE LO CONFORTAVANO
Una notte, mentre stava pregando in una celluzza dell'eremo di Sarteano, I'antico nemico lo chiamò per tre volte: “ Francesco, Francesco, Francesco! ”. Gli rispose chiedendo che cosa volesse; e quello, ipocritamente: “ Non c'è nessun peccatore al mondo, al quale Dio non usi misericordia, se si converte. Ma chiunque si uccide da se stesso con le sue dure penitenze, non troverà misericordi a in eterno ”. L'uomo di Dio, intuì immediatamente, per rivelazione, I'inganno del nemico, che tentava di richiamarlo alla tiepidezza e ne ebbe la conferma da quello che avvenne subito dopo. Infatti sentì divampare dentro di sé una grave tentazione sensuale, alimentata dal soffio di quel tale che ha un fiato ardente come brace. Non appena ne avvertì le avvisaglie, l'amante della castità si tolse l'abito e incominciò a flagellarsi molto forte con una corda. “ Ehilà, diceva, frate asino, così ti conviene restare, così prenderti le battiture. Perché la tonaca serve alla religione e porta in sé il sigillo della santità: non è lecito, a un libidinoso rubarla. Se vuoi andare in qualche posto, va pure cammina! ". Poi, animato da meraviglioso fervore di spirito, spalancò la cella, uscì fuori nell'orto e, immergendo nella neve alta il corpicciolo già denudato e prendendo neve a piene mani, incominciò a fabbricare sette blocchi. E mettendoseli davanti, così parlava al suo uomo esteriore: “ Ecco, questo blocco più grande è tua moglie, questi quattro sono due figli e due figlie; gli altri due sono un servo e una serva, che bisogna tenere per le necessità di casa. Adesso, spicciati a vestirli tutti, perché muoiono di freddo. Se, invece, le molte preoccupazioni che loro ti danno, ti infastidiscono, datti da fare per servire soltanto al Signore! ”. Subito il tentatore se ne andò via sconfitto, e il Santo ritornò nella cella con la vittoria in mano. Si era raggelato ben bene al di fuori, ma nel suo interno aveva estinto il fuoco della passione così efficacemente che d'allora in poi non provò mai più niente di simile. Un frate, che quella stessa notte vegliava in preghiera, siccome la luna camminava assai chiara nel cielo, poté osservare tutta quanta la scena. Quando il Santo lo venne a sapere, svelò al frate come la tentazione si era svolta e gli comandò di non far saper niente a nessuno di quanto aveva visto, finché egli era vivo. (FF. 1091)
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA