La gratitudine
La conferma del carisma francescano da
parte della Chiesa, nella persona del “Signor
papa” fu voluta esplicitamente da
Francesco. Ci sono come tre tappe in
questo suo cammino. In primo luogo ci
si imbatte nel momento di smarrimento
perché nessuno gli mostrava che cosa
dovesse fare dopo aver ricevuto dei frati.
Seguì un momento di vera e propria illuminazione:
“lo stesso Altissimo mi rivelò che
dovevo vivere secondo la forma del Santo Vangelo”.
Francesco non si ferma qui perché
fa mettere il tutto per iscritto, in modo
semplice e con poche parole.
L'atto fi nale
è quello di chiedere la conferma papale.
Francesco sottopone quanto gli è stato
mostrato, rivelato, al vaglio dell'autorità
apostolica. Cerca il confronto con l'istituzione.
Non rimane attanagliato nelle
maglie di un puro soggettivismo. Esigerà
questo dai suoi frati fi no alla fi ne: “tutti
i miei frati che sono nell'Ordine e che vi entreranno
fi no alla fi ne del mondo sempre siano
fedeli sudditi dei prelati e chierici della santa
madre Chiesa” (Testamento di Siena). Ciò
che ci colma di gioia in questo momento
è appunto il duplice dono della rivelazione
della forma di vita fatta a Francesco e
del suo riconoscimento da parte di papa
Innocenzo III.
Da quel momento l'evento
che toccò personalmente Francesco
assunse la connotazione di un dono
fatto alla Chiesa e per la Chiesa! Il
francescanesimo non trova la sua
connotazione specifi ca in nessuna
opera particolare, esso si connota
quale forma di vita secondo il
santo Vangelo. Vivere il Vangelo
sine glossa, circa la sua integrità,
è ciò che Francesco propone
e ribadisce. E la Chiesa, nella
persona del Papa, glielo confermò.
Ciò è ancora oggi per tutti noi frati
motivo di gioia profonda.
Siamo profondamente
lieti che il Santo Padre Benedetto
XVI ci riceva presso di sé, confermandoci
nella bontà del nostro cammino. Da parte
nostra ci impegniamo a proseguire il cammino
con rinnovato slancio. Stare con il
Papa e tra noi frati è l'occasione privilegiata
per prendere atto del carattere di dono
della nostra forma di vita e per rinnovarci
nell'impegno a viverlo con una nuova e
viva fedeltà. Siamo grati al Santo Padre
che oggi ci riceve come lo siamo nei confronti
di Papa Innocenzo III che 800 anni
or sono accolse Francesco e gli confermò
il suo proposito di vita. La gratitudine in
questo momento diventa riconoscenza
a Dio perché su invito del Poverello di
Assisi si tratta di attribuire al Signore Dio
Altissimo e Sommo tutti i beni e riconoscere
che tutti i beni sono suoi e a rendergli
grazie poiché procedono da lui.
Così la
gratitudine di questo giorno abbracciando
una storia di ben ottocento anni, allo stesso tempo ci lancia verso l'avvenire perché
la forma di vita di Francesco abbia quella
freschezza che “risusciti nei cuori di molti”
che hanno dimenticato la presenza di Cristo
(FF. 470).
di Mauro Jöhri / Ministro generale OFM Cap.
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