approfondimenti_francescani

La forma di vita evangelica

Milvia Bollati
Pubblicato il 30-11--0001



Negli anni che seguono la sua “uscita dal mondo”, Francesco va sperimentando tutta la fatica ed insieme la grazia di una nuova vita alla sequela di Gesù. Sono gli anni in cui non ha ancora preso forma un progetto vero e proprio e Francesco si dedica a riparare alcune chiese di Assisi, come erano soliti fare penitenti ed eremiti.
E come uno di loro Francesco veste un abito, stretto in vita da una cintura di cuoio, porta un bastone in mano e i sandali ai piedi. Il momento di svolta, potremmo dire, è situato dai biografi una mattina alla Porziuncola.
Seguiamo il racconto di Bonaventura: “Mentre un giorno ascoltava devotamente la Messa degli Apostoli, sentì recitare il brano del Vangelo in cui Cristo, inviando i discepoli a predicare, consegna loro la forma di vita evangelica, dicendo: Non tenete né oro né argento né denaro nelle vostre cinture, non abbiate bisaccia da viaggio, né due tuniche, né calzari, né bastone”. Bonaventura ricorda come Francesco supplicasse la Madre di Dio “con gemiti continui, perchè si facesse sua avvocata” e fu esaudito per la sua preghiera.
La lettura del Vangelo di Matteo (10, 9-10) rivela a Francesco la sua chiamata e apre il suo cuore alla gioia: “Questo è ciò che desidero, questo è ciò che bramo con tutto il cuore!”. Lo stesso episodio è ricordato da Tommaso da Celano. Francesco però, che “aveva intuito solo il senso generale”, chiede spiegazione a un sacerdote che “commentò punto per punto” il passo del Vangelo, appena proclamato.
Quello che per Tommaso da Celano risulta solo un “salutare ammonimento”, ovvero le parole rivolte da Cristo ai suoi discepoli inviati nel mondo a predicare il Regno, rappresentano per Bonaventura la “forma di vita evangelica” che Cristo stesso ha consegnato ai suoi.
Esattamente ciò che Francesco si propone di fare. Anche la scelta di un nuovo abito rivela il desiderio di manifestare, persino all'esterno, il nuovo proposito: una tunica che nella forma rievochi la croce e lo distingua da eremiti e penitenti, cinta in vita da una corda e di panno talmente vile e grossolano da non destare invidia.
Bonaventura ricorda nella Legenda maior un altro episodio che ha la sua fonte nell'Anonimo perugino. Una versione del tutto simile è aggiunta anche da Tommaso da Celano nella sua seconda biografia. Dopo l'arrivo dei primi frati, Francesco decide di entrare nella chiesetta di san Niccolò e si affi da alla triplice apertura del Vangelo e alla preghiera per conoscere quale forma di vita dare a quella piccola fraternità. Il Vangelo si apre su alcuni versetti di Matteo, “Se vuoi essere perfetto...” (Mt 19, 21) e “Se qualcuno vuol venire dietro a me...” (Mt 16, 24) e di Luca “Non prendete nulla per il viaggio...” (Lc 9, 3), che sono un invito alla sequela e alla missione. La risposta di Francesco è altrettanto chiara: “Ecco la vita e la regola nostra”.
Questo in sintesi potrebbe essere il contenuto di quella prima protoregola. A distanza di anni Francesco nel Testamento ricorda proprio questo momento, il dono dei primi frati, l'incertezza e i dubbi degli inizi, illuminati infi ne dalla Parola.

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA