Le visite dei pontefici
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Negli anni che seguono la sua “uscita dal mondo”, Francesco va sperimentando
tutta la fatica ed insieme la grazia di una nuova vita
alla sequela di Gesù. Sono gli anni in cui non ha ancora preso
forma un progetto vero e proprio e Francesco si dedica a riparare
alcune chiese di Assisi, come erano soliti fare penitenti ed eremiti.
E come uno di loro Francesco veste un abito, stretto in vita da una
cintura di cuoio, porta un bastone in mano e i sandali ai piedi.
Il momento di svolta, potremmo dire, è situato dai biografi una
mattina alla Porziuncola.
Seguiamo il racconto di Bonaventura:
“Mentre un giorno ascoltava devotamente la Messa degli Apostoli, sentì
recitare il brano del Vangelo in cui Cristo, inviando i discepoli a predicare,
consegna loro la forma di vita evangelica, dicendo: Non tenete né oro né argento
né denaro nelle vostre cinture, non abbiate bisaccia da viaggio, né due
tuniche, né calzari, né bastone”. Bonaventura ricorda come Francesco
supplicasse la Madre di Dio “con gemiti continui, perchè si facesse sua
avvocata” e fu esaudito per la sua preghiera.
La lettura del Vangelo
di Matteo (10, 9-10) rivela a Francesco la sua chiamata e apre il suo
cuore alla gioia: “Questo è ciò che desidero, questo è ciò che bramo con tutto
il cuore!”. Lo stesso episodio è ricordato da Tommaso da Celano.
Francesco però, che “aveva intuito solo il senso generale”, chiede spiegazione
a un sacerdote che “commentò punto per punto” il passo del
Vangelo, appena proclamato.
Quello che per Tommaso da Celano
risulta solo un “salutare ammonimento”, ovvero le parole rivolte da
Cristo ai suoi discepoli inviati nel mondo a predicare il Regno, rappresentano
per Bonaventura la “forma di vita evangelica” che Cristo
stesso ha consegnato ai suoi.
Esattamente ciò che Francesco si propone
di fare. Anche la scelta di un nuovo abito rivela il desiderio di
manifestare, persino all'esterno, il nuovo proposito: una tunica che
nella forma rievochi la croce e lo distingua da eremiti e penitenti,
cinta in vita da una corda e di panno talmente vile e grossolano
da non destare invidia.
Bonaventura ricorda nella Legenda maior
un altro episodio che ha la sua fonte nell'Anonimo perugino. Una
versione del tutto simile è aggiunta anche da Tommaso da Celano
nella sua seconda biografia. Dopo l'arrivo dei primi frati, Francesco
decide di entrare nella chiesetta di san Niccolò e si affi da alla
triplice apertura del Vangelo e alla preghiera per conoscere quale
forma di vita dare a quella piccola fraternità. Il Vangelo si apre su
alcuni versetti di Matteo, “Se vuoi essere perfetto...” (Mt 19, 21) e “Se
qualcuno vuol venire dietro a me...” (Mt 16, 24) e di Luca “Non prendete
nulla per il viaggio...” (Lc 9, 3), che sono un invito alla sequela e alla
missione. La risposta di Francesco è altrettanto chiara: “Ecco la vita
e la regola nostra”.
Questo in sintesi potrebbe essere il contenuto di
quella prima protoregola. A distanza di anni Francesco nel Testamento
ricorda proprio questo momento, il dono dei primi frati,
l'incertezza e i dubbi degli inizi, illuminati infi ne dalla Parola.
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