Il profumo della Parola del Signore
“Poiché sono servo di tutti – scrisse una volta Francesco –, sono
tenuto a servire tutti e ad amministrare le ‘fragranti' parole del mio
Signore”. Molti secoli prima di lui, anche l'apostolo Paolo si era
sentito chiamare da Dio a “manifestare in ogni luogo il ‘profumo'
della sua conoscenza”. Francesco, come l'Apostolo, avvertiva
l'immensa forza della Parola di Dio, la leggeva e la meditava,
ruminandola lentamente nel cuore, fi no a penetrarne il senso
più intimo ed a svelarne il signifi cato profondo. Una volta,
dimorando egli a Siena, s'incontrò con un frate dell'Ordine
dei Predicatori; non
sappiamo se l'incontro fu
casuale, oppure se voluto
da uno dei due. Quel frate,
tuttavia, “uomo spirituale
e dottore in sacra teologia”,
volle trattenersi a lungo
con Francesco: insieme
stettero “in dolcissima
conversazione sulle parole
del Signore”.
Ad un certo
momento, quell'uomo
che per noi resta avvolto
nel mistero (senza nome
e senza patria) interrogò
Francesco su un detto
di Ezechiele: “Se non
manifesterai all'empio la sua
empietà, domanderò conto a te
della sua anima”. Aveva già
ascoltato il parere di molti
sapienti su quel passo, ma
desiderava conoscere anche
quello di Francesco. C'era
qualcosa, nelle parole del
profeta, che gli sfuggiva. “Io
stesso, buon padre – ammise
con onestà –, conosco molti ai
quali non sempre manifesto
la loro empietà, pur sapendo
che sono in peccato mortale.
Forse che sarà chiesto conto a
me delle loro anime?”.
Francesco all'inizio si mostrò renitente:
era lui, diceva, che avrebbe dovuto essere istruito dal maestro,
e non il contrario, come il maestro stesso invece desiderava.
Ma il maestro insistette, e la sua umiltà alla fi ne fu premiata.
Ebbe ragione, infatti, ad insistere, perché l'interpretazione di
Francesco si rivelò tanto stupefacente da apparire come una
vera novità. “Se la frase va presa in senso generico – disse –, io la
intendo così: Il servo di Dio deve avere in se stesso tale ardore di
santità di vita, da rimproverare tutti gli empi con la luce dell'esempio
e l'eloquenza della sua
condotta. Così, ripeto, lo
splendore della sua vita ed il
buon odore della sua fama,
renderanno manifesta a tutti
la loro iniquità”.
Il maestro
ne fu meravigliato ed
edifi cato al tempo stesso:
i grandi commentatori
della Bibbia, che egli ben
conosceva, e sui libri dei
quali aveva studiato,
non avevano saputo
penetrare quel brano
come l'aveva fatto invece
quell'uomo illetterato. E
fu onesto nel riconoscerlo.
Partendosene da quel
luogo disse ai compagni
di Francesco: “Fratelli
miei, la teologia di questo
uomo, sorretta dalla purezza
e dalla contemplazione, vola
come aquila. La nostra scienza
invece striscia terra terra”.
Sì, Francesco fu un uomo
plasmato dalla Parola. Per
questo sapeva dominare
pure le parole, evitando di
pronunciarle a vanvera. Se
imparassimo anche noi a
metterci alla stessa scuola...
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA