Francesco e il creato
di Maria Pia Alberzoni
Papa Francesco fin dall’omelia della
messa di inizio del ministero petrino
(19 marzo 2013) ha individuato
un nesso profondo tra il compito
affidato da Dio a san Giuseppe – custodire
il Bambino e Maria – e la custodia
del creato: «Custodiamo Cristo
nella nostra vita, per custodire gli altri,
per custodire il creato. [...] È il custodire
l’intero creato, la bellezza del creato,
come ci viene detto nel Libro della Genesi
e come ci ha mostrato san Francesco
d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni
creatura di Dio e per l’ambiente in cui
viviamo. È il custodire la gente, l’aver
cura di tutti, di ogni persona, con amore,
specialmente dei bambini, dei vecchi,
di coloro che sono più fragili e che spesso
sono nella periferia del nostro cuore».
Papa Francesco è tornato su questo
tema ancora nell’enciclica Lumen
fidei, ricordando che “La fede [...]
nel rivelarci l’amore di Dio Creatore, ci
fa rispettare maggiormente la natura,
facendoci riconoscere in essa una grammatica
da Lui scritta e una dimora a
noi affidata perché sia coltivata e custodita”
(n. 55).
Anche per san Francesco il custodire
è un tema centrale nell’accostarsi al creato: nei suoi scritti il custodire
è inteso sia come il guardarsi dal cedere
al Maligno (Adm X, 3) sia come
il mantenersi fedeli all’insegnamento
ricevuto (UltVol 3) sia, infine,
come l’avere cura gli uni degli altri
(RegNB V, 1 e RegEr 8).
Un segno eloquente di questa tensione
alla custodia reciproca è nel
modo con cui Francesco designa i
superiori all’interno dell’Ordine: i
guardiani e i custodi.
L’amore per il Creatore conduce
Francesco ad amare le creature e
l’intera opera della creazione, un
motivo che egli espresse in modo
insuperato nel Cantico di frate Sole.
L’amore di Francesco per il creato
scaturisce dalla sua fede nel Dio
amante della vita.
Una conferma di ciò viene dal fatto
che per cantare le lodi del creato
Francesco usa espressioni della
Scrittura. È infatti la preghiera dei
salmi e l’ascolto dei testi liturgici
a fornirgli il modello e la struttura
delle lodi al Creatore per il creato.
Ed è proprio la sua immedesimazione
con quanto ascoltava e pregava a
consentirgli una originale personalizzazione
del mistero che contempla:
il suo canto al creatore attraverso
il creato (Laudato si’ mi’ Signore
per sora Luna e le stelle, per frate Vento,
ecc.) è profondamente tradizionale
e, per questo, assolutamente originale.
Si coglie un movimento circolare
dal Creatore alle creature e da
queste al Creatore. Questo dovette
essere un tema ben presente non
solo a Francesco, ma anche al gruppo
dei suoi primi seguaci, in particolare
a Chiara, la quale, alle suore
serviziali che uscivano dal monastero
per svolgere le loro mansioni
raccomandava di lodare Dio per gli
“arbori belli, fioriti et fronduti [...]. Et
similmente, quando vedessero li homini
et le altre creature, sempre de tucte et in
tucte cose laudassero Idio” (Processo di
canonizzazione, 14, 37-38).
È l’amore per il Creatore a suscitare
lo stupore di fronte al creato e il desiderio
di custodirlo.
Maria Pia Alberzoni
storica
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