Ritrovare se stessi nel silenzio
La scorsa volta abbiamo visto quanto sia importante conoscere il
femminile e il maschile nel loro relazionarsi. Proseguendo nel nostro
cammino sull'intimità affronteremo il tema del silenzio nella
coppia. Un principio della comunicazione umana recita così: “non
si può non comunicare”. Infatti anche una persona che sta in silenzio
davanti ad un'altra, anche se non parla, comunica qualcosa
di sé. Da ciò possiamo riconoscere che le parole, come il silenzio,
nell'intimità giocano un ruolo importante.
Esistono silenzi preziosi
e quelli “di morte”, pesanti e difensivi, così come possono esserci
parole piene d'amore, autentiche, o prive di senso e svalutanti. Vi
sono situazioni in cui il silenzio fa crescere un'energia nuova nel
dialogo. Come la musica è fatta di intervalli e di suoni così l'intimità
affettiva si nutre di questa alternanza ritmica di parole e di
silenzi. La conferma dell'importanza del silenzio per il conseguimento
dell'intimità viene dal mondo religioso dove il silenzio e
la comunicazione non verbale (gesti e umore) sono la chiave per
accedere alla meditazione interiore.
Ritrovare se stessi nel silenzio
ci dà la possibilità di elaborare le nostre esperienze di vita, quello
che si è vissuto oggi, di riappartenerci, ridiventando noi stessi dopo
le fatiche, le delusioni, i rancori, per stare fi nalmente in compagnia
dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. Rimanere con la nostra
interiorità, ponendo la mente in mezzo al mondo emotivo, può
portare alla pace interiore e alla gioia. Fuggire da noi stessi attraverso
il “fare” o riempiendoci di rumori aumenta la tensione interiore.
Accanto al silenzio sano vi sono alcuni tipi di silenzio inautentico
come il rifugio dal tormento che possono arrecarci le relazioni;
l'angoscia e disagio relazionale; come isolamento subito perché si
sente esclusi. br>In un silenzio sano invece si desidera ascoltare la
parte segreta e straniera che è in noi, luogo in cui la verità parla
senza parola: l'indicibile può divenire dicibile. Un'attenzione
autentica al nostro mondo interiore ci rende più sensibili e disponibili
alla presenza dell'altro, favorendo relazioni più autentiche e
meno giudicanti.
La parola che nasce dal silenzio è senz'altro più
espressiva e creativa. Possiamo pertanto entrare nel silenzio attraverso
alcune strade: passeggiare in un bosco, ritirarsi in una stanza
poco frequentata evangelicamente “la dispensa”, distaccarsi dagli
impegni quotidiani, abbandonarsi alla contemplazione, rifl ettere
su se stessi. La solitudine è felice quando si sta bene con se stessi
sentendosi a casa nel proprio io e allo stesso tempo si desidera il
dialogo con gli altri.
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