approfondimenti

Ritrovare se stessi nel silenzio

Emanuele D'Aniello
Pubblicato il 30-11--0001



La scorsa volta abbiamo visto quanto sia importante conoscere il femminile e il maschile nel loro relazionarsi. Proseguendo nel nostro cammino sull'intimità affronteremo il tema del silenzio nella coppia. Un principio della comunicazione umana recita così: “non si può non comunicare”. Infatti anche una persona che sta in silenzio davanti ad un'altra, anche se non parla, comunica qualcosa di sé. Da ciò possiamo riconoscere che le parole, come il silenzio, nell'intimità giocano un ruolo importante.
Esistono silenzi preziosi e quelli “di morte”, pesanti e difensivi, così come possono esserci parole piene d'amore, autentiche, o prive di senso e svalutanti. Vi sono situazioni in cui il silenzio fa crescere un'energia nuova nel dialogo. Come la musica è fatta di intervalli e di suoni così l'intimità affettiva si nutre di questa alternanza ritmica di parole e di silenzi. La conferma dell'importanza del silenzio per il conseguimento dell'intimità viene dal mondo religioso dove il silenzio e la comunicazione non verbale (gesti e umore) sono la chiave per accedere alla meditazione interiore.
Ritrovare se stessi nel silenzio ci dà la possibilità di elaborare le nostre esperienze di vita, quello che si è vissuto oggi, di riappartenerci, ridiventando noi stessi dopo le fatiche, le delusioni, i rancori, per stare fi nalmente in compagnia dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. Rimanere con la nostra interiorità, ponendo la mente in mezzo al mondo emotivo, può portare alla pace interiore e alla gioia. Fuggire da noi stessi attraverso il “fare” o riempiendoci di rumori aumenta la tensione interiore. Accanto al silenzio sano vi sono alcuni tipi di silenzio inautentico come il rifugio dal tormento che possono arrecarci le relazioni; l'angoscia e disagio relazionale; come isolamento subito perché si sente esclusi. br>In un silenzio sano invece si desidera ascoltare la parte segreta e straniera che è in noi, luogo in cui la verità parla senza parola: l'indicibile può divenire dicibile. Un'attenzione autentica al nostro mondo interiore ci rende più sensibili e disponibili alla presenza dell'altro, favorendo relazioni più autentiche e meno giudicanti.
La parola che nasce dal silenzio è senz'altro più espressiva e creativa. Possiamo pertanto entrare nel silenzio attraverso alcune strade: passeggiare in un bosco, ritirarsi in una stanza poco frequentata evangelicamente “la dispensa”, distaccarsi dagli impegni quotidiani, abbandonarsi alla contemplazione, rifl ettere su se stessi. La solitudine è felice quando si sta bene con se stessi sentendosi a casa nel proprio io e allo stesso tempo si desidera il dialogo con gli altri.

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