Leggere il Testamento di Francesco
Iniziamo un percorso di lettura di un testo straordinario come il Testamento di frate Francesco, dettato sul finire della sua vita. Allora, la prima domanda: che cosa spinse Francesco, figlio di Pietro di Bernardone, a cambiare radicalmente vita e scegliere la strada del vangelo? La domanda è tra quelle più frequentate dalle moltissime agiografie scritte nel corso dei secoli. Il tema della conversione è fascinoso: attrae e spinge a scrivere pagine e pagine. Ogni autore mette il suo impegno creativo. Più semplice e immediato è leggere quanto scrive lo stesso frate Francesco: «Così il Signore diede a me, frater [fratello/frate] Francesco di incominciare a fare penitenza: poiché, quando ero nei peccati, mi sembrava troppo amaro vedere i lebbrosi; e lo stesso Signore mi condusse in mezzo a loro e feci con loro misericordia. E, allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi si trasformò in dolcezza dell'animo e del corpo. E dopo un poco ristetti e uscii dal secolo». L'opera della grazia divina trasforma i valori del mondo: la coinvolgente amarezza di fronte alla visione di corpi straziati da una malattia terribile non è più tale dopo aver convissuto con i lebbrosi e provato verso di loro pietà e compassione. Ciò provoca un breve periodo di “ripensamento” e la decisione di “uscire dal secolo”, intraprendere cioè una vita in cui i soli valori da seguire erano quelli del vangelo, accettandone tutte le radicali e non lineari conseguenze. Iniziava così il tribolato cammino verso la sottomissione a tutte le creature, verso il francescanesimo subordinativo.