rassegna

QUOTIDIANO DI SICILIA - Cefalà Diana, borgo del palermitano sviluppato attorno al suo castello

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

All'origine del nome di Cefalà Diana, grazioso borgo della provincia di Palermo, c'è la forma della rupe dove sorge la torre merlata simbolo del paese, che in greco era chiamata Kephalè (testa). L'impianto della fortezza risale probabilmente proprio all'epoca della dominazione dei Greci, anche se la struttura attuale, è molto più tarda e fu edificata tra la seconda metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo. Nel Medioevo il castello di Cefalà Diana ebbe grande importanza strategico-militare in quanto, grazie alla sua posizione geografica, garantiva un controllo della via di collegamento fra Palermo e fortezza d'Icla sul Pizzo Chiarastella e alla rocca di Sant'Angelo, costituì il perno del sistema di difesa che la nobile famiglia siciliana mise in piedi per controllare i suoi possedimenti, guadagnandosi la fama di "rocca imprendibile". L'attuale abitato si sviluppò attorno al castello a partire dal 1684, quando don Nicolò Diana, divenuto duca di Cefalà, ottenne la licentia populandi e sorse il primo agglomerato urbano. Nel XVIII secolo fu invece realizzata la chiesa Madre, consacrata al patrono San Francesco di Paola ed abbellita dalla cosiddetta "Porta dei miracoli", composta da 12 formelle di bronzo in cui sono incisi episodi del Vecchio e Nuovo testamento ed alcuni miracoli compiuti da San Francesco. E' un'opera del noto artista siciliano Biagio Governali, scultore contemporaneo nato a Palermo da genitori corleonesi, che ha svolto un'intensa attività artistica in Italia e all'estero realizzando molte porte in bronzo e monumenti. Di fianco al portone della chiesa, infatti, si può ammirare il Monumento ai caduti, sempre dello stesso scultore, mentre in piazza Umberto I il suo Monumento agli emigranti. Appena fuori dal paese, in un'area di parti-

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