IL GIORNO - Missione cittadina con 50 francescani : la fede tra la gente
di FRANCESCO PELLEGATTA - MAGENTA - PASSEGGIANDO per Magenta in questi giorni è facile imbattersi in gruppi di frati e suore francescane. Animano la cosiddetta "Missione cittadina"; una predicazione casa per casa, e "cuore per cuore", organizzata quest'anno per cementare il rapporto fra le cinque parrocchie di Magenta, chiamate ad essere una sola comunità. Fra' Michele Montemitro, da vent'anni nel monastero di Rezzato, vicino a Brescia, coordina il gruppo di quasi cinquanta missionari allo scopo di raggiungere tutti i cittadini: «Nel perfetto spirito della parola evangelica». Fra' Michele, cos'è la missione cittadina? «È un momento di incontro con la gente di Magenta, dai più giovani ai meno giovani con modalità differenti; che vuole raggiungere tutte le realtà, istituzioni, scuole e mondo del lavoro compresi. Tengo però a sottolineare che questa missione è davvero "popolare"». In che senso? «Lo stile della predicazione sarà semplice e attinente al quotidiano, come quello di Gesù e poi di San Francesco, che quando parlava usava il "volgare", la lingua del popolo, piuttosto che il latino. Il cuore dell'iniziativa infatti sarà in mezzo alla gente». Viene in mente anche lo stile di Papa Francesco. «Certo. Il suo appello ad andare «alle periferie dell'esistenza» significa raggiungere i cuori con le parole ma anche, fisicamente, le persone, fin dentro le loro case». Cosa lascerete alla gente? «Parole di speranza e conforto. Dio ci ama nonostante tutto: è qualcosa che spesso la gente dimentica perché il cuore dell'uomo è abituato a fissarsi sempre sui lati meno belli delle cose». Fino ad ora com'è stata la risposta dei cittadini? «In questi primi giorni abbiamo soprattutto cercato di farci vedere e conoscere, direi che la gente ci ha accolti bene. È banale ma per cominciare diciamo il nostro nome; il nome genera famigliarità e un clima adatto all'incontro». C'è stato qualche rifiuto? «Sono stati sempre rifiuti educati, qualcuno non è interessato alla missione. Abbiamo però trovato anche tante storie di sofferenza lontano dalla Chiesa e dalla parrocchia. A tutti cerchiamo di lasciare una buona parola, e il Vangelo di Marco con qualche preghiera francescana». Come avete interagito con gli extracomunitari? «Abbiamo trovato tanti latinoamericani, persone dell'Est Europa e musulmani. Per loro ci sarà un incontro particolare domenica 30 marzo. E una celebrazione con canti e letture in diverse lingue. L'importante è favorire il clima di dialogo e tolleranza». A quando risale la tradizione delle missioni popolari? «I primi monaci se ne occupavano già nel 1400, è stato il processo della "nuova evangelizzazione" secondo il carisma francescano della carità portata in mezzo alla gente. Noi facciamo del nostro meglio per continuare ancora oggi». Image: 20140315/foto/2744.jpg
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