Le visite dei pontefici

C'è stato un Pastore del nostro piccolo Molise che, dialogando con un commercialista, vicino alla mia comunità, ha affermato: Marcello Fidelibus, nelle sue scelte, è radicale. Lui ha risposto: Gesù non lo è? Papa Francesco chiede ai consacrati a Dio, che sveglino il mondo, come profeti di una nuova umanità. Ciò corrisponde alla penetrante carità di Papa Francesco, che abborda il mondo rinnovandolo da dentro quasi fosse un immensa parrocchia da semplificare e rendere vitale. Ecco dunque la scelta dei poveri ed il loro protagonismo evangelico. Segue il senso della Chiesa o fede che il popolo di Dio in cammino, grazie alla unità di sacramenti, ministeri, carismi, è infallibile nel credere e nell'operare (LG 12). Ma sullo sfondo dell'azione di Papa Bergoglio ecco l'offerta orante di Papa Benedetto che ad Ancona (Cattedrale di S. Ciriaco, 09.11.2011) ha suggerito vivamente agli sposi ed ai sacerdoti di vivere l'alleanza eucaristica, per rendersi inattaccabili quando l'arduo servizio che esercitano chiede loro di entrare nelle piaghe più purulente di una società, a dir poco, pansessualista. Ed ecco ancora vivo e presente dietro Papa Francesco il magistero universale di Giovanni Paolo II: sacerdozio, matrimonio e verginità, le tre vocazioni di Nazaret sono un dono l'uno per l'altra (VC 31). La fraternità della vita consacrata, da quelle più antiche a quella delle nuove comunità e dei movimenti, può mutarsi nello spazio teologale della presenza viva, attiva ed operante delle Tre Divine Persone (VC 41 - 42) per il rinnovamento del carisma. In esso le famiglie associate, i volontari (VC 56) e i giovani di ambo i sessi, possono divenire mediazioni apostoliche, in grado di raggiungere con la proposta del Vangelo, ogni uomo in situazione. Ciò che rimane al margine della realtà ecclesiale, è l'individualismo urlante o l'ideologia o il soggettivismo dottrinale che si è sempre mutato, in men che non si dica, in problematicismo, inutile gioco di parole in cui ognuna dice tutto ed il contrario di tutto. Per amor di sapienza è assai più cultura allora la fede semplice della popolana molisana, fedele alla tradizione (non al tradizionalismo) che non disdegna di innovarsi in una maggiore comunione e tanto meno si stupisce della luce penetrante di una profezia vera (VC 94 - 95). Ho letto in questi giorni: L'elogio della disobbedienza (Milano, 2013, Rizzoli editore) di Dacia Maraini. La scrittrice manca dei parametri per valutare il Medio Evo, ma i valori di Chiara D'Assisi, cui accenna, sono più che mai attuali. L'argomento è stimolante e supera l'estensione di un solo articolo. La Maraini descrive la contestazione evangelica di Chiara D'Assisi, fedele e distinta immagine di Francesco D'Assisi. La grandezza di Chiara e di Francesco fu proprio la loro capacità di restare all'interno di un sistema, a cui non potevano contrapporsi perché era troppo potente, scavandosi però una libertà del pensiero per forgiare una vita diversa , che è ancora oggi un esempio per tutti noi. Chiara è una delle prime mistiche, da lì viene fuori un'anima della Chiesa che ancora esiste e in questi giorni si riflette nelle parole di Papa Francesco. La Maraini afferma che il concetto di proprietà privata fu sostituito da una estrema austerità di vita e da una comunione di beni materiali e spirituali, direttamente finalizzati alla fraternità in Cristo. Quanto all'obbedienza di Francesco e Chiara hanno obbedito ma hanno radicalmente disobbedito perché hanno creato una loro via al carisma. Il rapporto donna uomo oggi è investito da una luce davvero nuova e travolgente. Ed anche chi crede solo nel Dio ignoto , come la Maraini, intuisce come futuro dell'umanità: due cuori di carne vestiti di verginità ( Chiara Lubich) e sente l'esigenza, senza conoscerlo, del matrimonio apostolico ed aperto (Giovanni Paolo II, Fam Cons 49 - 54). E un discorso da riprendere. marcellofidelibus@gmail.com P. Marcello Fidelibus
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