In festa il «cuore francescano» di Cava de' Tirreni
Un anno fa riapriva il Santuario dei Santi Francesco e Antonio dopo i lavori di recupero in seguito alla distruzione del terremoto del 1980 «Qui la devozione cresce giorno dopo giorno»
Un anniversario di speranza nel segno di una fede profondamente radicata nel territorio. Questo lo spirito con cui nei giorni scorsi a Cava de' Tirreni (Salerno) è stato celebrato il primo anno dalla riapertura e dalla dedicazione del Santuario francescano dei Santi Francesco e Antonio. Il grande tempio, costruito agli inizi del 1500, era crollato a causa del rovinoso terremoto dell'Irpinia, la sera del 23 novembre 1980. La chiesa è finalmente «rifiorita», dopo lunghi anni di attesa, in un rinnovato splendore, per l'impegno della locale comunità dei Frati Minori e per la generosità di tantissimi fedeli, senza alcun contributo da parte dello Stato o di altri enti pubblici.
Nell'anno passato, esattamente nel tardo pomeriggio del 14 di marzo, fu il ministro generale dei Frati Minori, padre Josè Louis Carballo a riaprire ufficialmente, in un clima di festa e di gioia, la chiesa finalmente ricostruita, attorniato dai frati francescani e da una folla di fedeli. Il Santuario, oltre alla splendida chiesa superiore completamente recuperata, che conta ben 24 cappelle laterali e tre ampi matronei, comprende anche la grandiosa chiesa inferiore a tre navate e una vasta cripta ove sono venerate particolarmente le reliquie dei santi Francesco, Antonio e di altri santi francescani. La cripta, vero polmone spirituale del santuario, è destinata particolarmente all'adorazione quotidiana dell'Eucaristia. Accanto alla chiesa superiore, sul lato sinistro si apre la sagrestia ricca di mobili in noce, impreziosita da antichi dipinti che ne ornano la volta a botte con storie e miracoli di sant'Antonio da Padova e con santi e personaggi illustri della famiglia francescana. Accanto alla chiesa superiore, nell'ambito del convento costruito dai frati, sono molti oggi gli spazi destinati a varie attività: il grande salone per incontri, la casa di accoglienza per i fratelli bisognosi, la mensa francescana, nella quale ogni giorno vengono accolti quanti bussano alla porta del convento. Un'intera ala del convento è diventata da tempo lo spazio dove finalmente ha trovato degna collocazione un presepio di mille metri quadrati, ricco di statue del 1700 e che è diventato ormai meta quotidiana dei numerosi pellegrini e visitatori.
A distanza di un anno dalla completa riapertura del tempio francescano, è difficile, dice padre Luigi Petrone, rettore del Santuario, fare un bilancio delle presenze dei pellegrini e dei devoti: «La chiesa rinata – afferma – sta diventando ogni giorno di più la meta dai fedeli che vi giungono da ogni parte». La comunità di Cava, guidata dai frati francescani, si è preparata a celebrare l'anniversario della dedicazione del tempio, con particolari momenti celebrativi. Venerdì scorso le statue dei santi Francesco e Antonio sono scese dalle loro nicchie e sono state esposte alla venerazione dei fedeli. Sono seguite le celebrazioni nella chiesa superiore per i benefattori del santuario, per i bambini e per le mamme. Domenica scorsa, nel tardo pomeriggio, l'arcivescovo di Amalfi-Cava de' Tirreni, Orazio Soricelli, ha presieduto una Messa in occasione dell'anniversario della dedicazione del tempio francescano. Ieri, poi, è stata celebrata un'Eucaristia dall'abate padre Michael John Zielinski, vice presidente della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa. Al termine del rito l'abate ha benedetto e inaugurato il Botafumero, il grande incensiere realizzato a imitazione di quello della basilica di Santiago de Compostela.
(fonte Avvenire)
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