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Disabili, quando il limite educa all'accoglienza

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



La presenza delle persone con disabilità all'interno delle comunità ecclesiali? « Non solo il riconoscimento di un diritto alla partecipazione, ma anche un arricchimento per ognuno » . Ne è convinto Vittorio Scelzo, coordinatore del Settore disabili dell'Ufficio cate-chistico nazionale Cei, che ieri pomeriggio ha aperto alla Casa San Bernardo a Roma il convegno sul tema « I disabili di fronte alla sfida educativa. L'impegno tradizionale della Chiesa e le questioni attuali » . Un appuntamento annuale divenuto ormai consueto, che si concluderà oggi alle 12 con la Messa nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, preceduta dalla relazione di don Franco Magnani, direttore dell'Ufficio liturgico Cei, su « Una liturgia con i disabili in ogni diocesi » . Occhi puntati sulle questioni ecclesiali relative all'handicap, dunque, alla vigilia degli Orientamenti pastorali della Conferenza episcopale italiana per il prossimo decennio, come ha rilevato don Guido Benzi, da un anno e mezzo direttore dell'Ufficio catechistico nazionale. Perché la realtà vissuta dai diversamente abili « aiuta a entrare veramente nel paradigma dell'educazione alla vita e alla fede, mai disgiunte l'una dall'altra » , ha esordito. E in questo orizzonte d'incarnazione, « il limite, l'insufficienza, la semplicità, il bisogno dell'altro diventano un autentico luogo educativo, perché mostrano come nessuno sia sufficiente a se stesso » .

Così la testimonianza dei disabili nelle comunità cristiane è un cammino che le educa in quanto, « proprio per la presenza di fratelli e sorelle disabili, prendono sempre più coscienza del dono dell'ascolto reciproco e del Signore » . Infatti, se Cristo stesso « si è preoccupato di comunicare il Vangelo non solo a quelli che oggi definiremmo normodotati, ma anche alle persone con disabilità, è evidente che è compito della Chiesa prendersi cura di costoro in prospettiva catechistica » , ha sottolineato Scelzo.

Quindi il suggerimento per le diocesi è di dare spazio a « forme di celebrazione liturgica con la presenza di persone disabili, in modo da costituire un'esemplarità da riproporre nelle celebrazioni parrocchiali » , ha auspicato don Benzi, precisando che « non si tratta di istituire ' giornate' speciali, ma di sollecitare i catechisti e i loro parroci a questa doverosa e quanto mai fruttuosa attenzione » .

Nell'ottica di offrire « a tutti coloro che compongono la nostra comunità ecclesiale, pur portatori delle proprie diversità e fragilità, le stesse opportunità di incontrare Gesù » , ha ribadito Scelzo. Al convegno è intervenuto anche don Andrea Manto, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale della sanità, presentando l'istituzione presso la Cei dell'Osservatorio permanente della disabilità e della riabilitazione. Oggi sono in programma gli interventi di Augusto D'Angelo, docente di storia dei partiti e dei movimenti politici all'Università La Sapienza di Roma e di Claudio Imprudente, del Centro documentazione handicap di Bologna.

Seguiranno le esperienze raccontate da membri delle Opere Don Guanella, Don Gnocchi, Don Orione, Cottolengo, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e Comunità di Sant'Egidio.
(fonte Avvenire)

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