FRANCESCO e i musulmani
di Chiara Frugoni
Mentre era in pieno svolgimento la
quinta crociata, Francesco nel 1219
partì intrepido dalla piccola Assisi e
sbarcò in Egitto, a Damietta, dove era
accampato l'esercito cristiano. Soggiornò
alcuni mesi, mostrando ai crociati e
ai musulmani il volto non armato del
vero cristiano, portatore, come vuole il
Vangelo, di pace. Parlò anche al sultano
Malik-al Kamil dal quale fu accolto con
grande cortesia.
Tornato in patria dedicò un intero capitolo
della Regola del 1221 sul come dovessero
comportarsi i frati che volessero
ripetere la sua stessa esperienza. Previde
due modi: il primo era vivere fra i
musulmani in modo intenso e fraterno.
I frati non dovevano fare liti o dispute,
ma essere “soggetti ad ogni creatura umana
per amore di Dio e confessare di essere
cristiani”. Confessare di essere cristiani, cioè portatori di pace, ed essere soggetti
ad ogni creatura, dunque anche ai musulmani.
Era una proposta così audace che sparirà
del tutto nella Regola che divenne
quella defi nitiva, approvata dal Papa
nel 1223: infatti il diritto canonico
espressamente proibiva ai cristiani la
sottomissione ad ebrei e musulmani. Se poi, scriveva ancora Francesco, si fossero
create le condizioni di un reciproco
rispetto, i frati dovevano provare a parlare
di Dio e a convertire.
Bonaventura, nella biografi a destinata a
diventare quella uffi ciale, parlò del solo
incontro di Francesco con il sultano,
nei termini però di una sfi da. Francesco
propose di entrare fra le fi amme con i
consiglieri di Malik-al-Kamil: chi fosse
uscito illeso sarebbe stato il campione
della vera fede. Anche se la proposta rimase
soltanto verbale, da Giotto in poi
vediamo i consiglieri musulmani che
fuggono umiliati e impauriti mentre il
fuoco, che non si accese mai, divampa
crepitante e Francesco è pronto a dare
corso all'ordalia.
La Tavola Bardi, attribuita a Coppo di
Marcovaldo, conservata nella Cappella
Bardi a Firenze e dipinta intorno al
1243, è l'unica opera che mostri l'incontro
di Francesco e con i musulmani
e con il sultano. Francesco, seguito da
alcuni compagni, predica con grande
fervore tenendo ben aperto un libro,
certo il Vangelo, davanti ad un uditorio
convinto ed attento, nel quale spicca il
sultano in trono, protetto dalla guardia
porta-spada. Gli uomini, di diverse età,
seduti all'orientale, sono stati dipinti
con visi esageratamente grandi rispetto
a quelli del santo e dei compagni frati;
una tale sproporzione, riscontrabile
in tutta la tavola, solo in questa scena,
rende evidente – nel ristretto spazio
concesso ai tratti fi siognomici – espressioni
particolarmente concentrate ed
intense. Tutti ascoltano meravigliati parole
di pace.
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA