Cultura/San Petronio: i reliquiari sono un tesoro di devozione
Martedì 15, ore 18, nell'Oratorio San Filippo Neri, via Manzoni, 5, sarà presentato il volume «I Reliquiari della Basilica di San Petronio. La nuova sistemazione nella Cappella delle Reliquie».
Interverranno il cardinale Carlo Caffarra, monsignor Oreste Leonardi, Primicerio della Basilica di San Petronio, Mario Fanti e Antonio Buitoni, autori del volume.
Scrive nella prefazione monsignor Leonardi: «Per la Basilica di San Petronio si è dovuto attendere ben 564 anni perché il card. Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, ne celebrasse solennemente la Dedicazione, il 3 ottobre del 1954. Nel 50° anniversario di quel rito così significativo, che proclama la santità della Chiesa nella sua comunione col Signore dei vivi e dei morti, il Capitolo della Basilica volle presentare alla devozione e all'ammirazione di fedeli e visitatori la straordinaria ricchezza di Reliquie e di magnifici reliquiari custoditi nella Basilica.
Essi furono attentamente restaurati, restituiti al loro originario splendore e raccolti in due grandi armadi realizzati dall'architetto Roberto Terra e posizionati nella Cappella delle Reliquie (Cappella Zambeccari) nella quale già si trovavano molti dei reliquiari della Basilica».
In quell'occasione lo storico dell'arte Antonio Buitoni iniziò anche un'attenta catalogazione e inventariazione di tutti i reliquiari che ora viene presentata. «Si tratta - dice Buitoni - della prima ricognizione di questo patrimonio, mai schedato né pubblicato.
È un'operazione importante, anche perché c'è una storia particolare di questa raccolta che prima era dispersa per tutta la chiesa, in varie cappelle». «Si tratta - prosegue l'autore - in gran parte di reliquiari provenienti dalla Basilica di San Francesco. In età napoleonica essa fu soppressa e trasformata in dogana.
Il cardinal Oppizzoni allora decise di raccogliere il patrimonio d'arredi sacri della Basilica e di trasferirlo in San Petronio». Ma perché a San Francesco c'erano tante reliquie? «È una delle nostre scoperte - spiega Fanti -. A San Francesco il generale dell'Ordine dei Francescani, monsignor Michele Miserotti, nei primi del Seicento, quando ancora era inquisitore di Firenze, raccolse una quantità notevole di reliquie soprattutto d'area tedesca».
Prosegue Buitoni: «Per conservarle commissionò armadi preziosissimi al noto pittore Mastelletta, ma al momento delle soppressioni gli armadi vengono completamente distrutti». «Si trovano reliquiari di diversa fattura - dice ancora -, semplici e molto lavorati, da quelli più antichi, risalenti al XVII secolo, fino ai più recenti. Ci sono alcuni esempi di fattura nord europea. Alcuni recano stemmi di famiglie senatorie».
Conclude Fanti: «Queste "teche" nascono per la reliquia di quel preciso santo al quale spesso ci sono riferimenti nella fattura. Sono oggetto di devozione e facevano parte di momenti di culto precisi, c'erano intere serie di reliquiari esposti in occasioni particolari o pensati come parte integrante di un arredo sacro, insieme alla pala dell'altare e ai candelabri»
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