I Finanzieri
Silenziosi nell'elegante divisa, i fi nanzieri
non amano le luci della ribalta.
Anche per questo meritano ammirazione
e rispetto. Tuttavia per un attimo,
per poche righe, accendiamo le luci.
Vediamo brillare la medaglia d'oro al
merito civile che il presidente Napolitano
ha assegnato alla memoria di Don
Giuseppe Gabana, cappellano militare
della Guardia di Finanza, assassinato a
Trieste da comunisti slavi, in piena tragedia
delle foibe. Era il marzo cupo del
1944 e don Gabana predicava la pace
anche a chi voleva solo massacrare gli
“altri”, gli odiati italiani. Sotto le luci
appare la medaglia d'oro di Attilio Martinetto,
fi nanziere diventato partigiano,
impegnato a difendere i civili dalle
violenze delle brigate nere e dei nazisti.
Fu ucciso dai fascisti alle 8 di mattina
del 25 aprile 1945. Era l'ultimo minuto
della 25° ora del regime, era il giorno
dell'insurrezione generale. Moriva
quando nelle città libere dilagavano gli
alleati e già l'aria sapeva di festa.
Cinque medaglie d'oro brillano assieme:
sono i cinque fi nanzieri “Giusti tra
le Nazioni”. Pochi in Italia conoscono
i loro nomi. Il sardo Salvatore Corrias
salvò centinaia di ebrei trasformando
la Caserma del Bugone in un rifugio
sicuro per i tanti che fuggivano verso
la Svizzera. Diventò partigiano nella
brigata Giustizia e Libertà “Emanuele
Artom”. Assieme a lui a Gerusalemme,
in uno degli spazi più sacri della città,
ricordano per sempre anche il napoletano
Giorgio Cevoli, l'umbro Giulio
Massarelli, il Toscano Raffaello Tani
e Giuseppe Pollo che, lasciata la sua
Torre del Greco, aveva indossato la
divisa da fi nanziere per difendere vittime
e perseguitati.
Ecco, sulla bandiera del Corpo si vede
la medaglia d'oro al valor militare per
l'impegno complessivo nella liberazione
ed è già tempo di spegnere le
luci. Nell'ultima riga resta solo lo spazio
per scrivere: grazie.
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