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Frati Minori di Gaggiola, una porta aperta per poveri e migranti

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Una casa per i poveri accanto alla "casa di Dio". Ci troviamo sulla collina di Gaggiola, nei pressi de La Spezia, dove ha sede una piccola Fraternità Francescana dei Frati Minori. Immerso nel silenzio e nel verde del parco della Rimembranza, qui, sin dal 1455, i francescani hanno rivolto il loro sguardo verso i poveri.

CIBO E VESTITI PER I POVERI
Accanto al convento dedicato a Sant'Antonio, hanno realizzato un edificio, adibito a mensa, che apre le porte tutti i giorni «ad una trentina di persone che giungono qui perché hanno fame, fame vera - spiegano i Frati - sono uomini e donne, giovani e vecchi, italiani e stranieri, cristiani e di altra fede. La cosa che li accomuna è soprattutto la speranza di trovare un pasto semplice, ma abbondante. E il loro desiderio è qui sempre esaudito». Accolti, infatti, con disponibilità sincera dai frati del convento e da volontari laici, è loro servito cibo preparato con cura e offerto con calore. Ma spesso, al convento non bussano solo persone alla ricerca del “pane quotidiano”. Alcune hanno bisogno di un abito, perché spesso il loro è ormai troppo consunto. Le sorelle e i fratelli francescani secolari, quindi, forniscono ad esse, tutte le settimane il cambio dei vestiti.

RITROVARE LA PROPRIA DIGNITA'
La motivazione di queste due attività dei frati e dei loro amici volontari «è quella di fornire un aiuto concreto a chi si trova nel bisogno e di assicurare a ciascuno il mantenimento della dignità di individuo e di figlio di Dio, ricordando, inoltre, come espresso da Gesù, che ciò che si fa al più piccolo dei suoi fratelli lo si fa a Lui». La vita dei Frati minori è il Vangelo di Gesù, testimoniato nella povertà e nella fraternità. Il loro campo di lavoro sono le diverse povertà di sempre. «Siamo impegnati ad esprimere, non solo la solidarietà umana verso chi soffre, ma anche la fede in Cristo presente nei “crocifissi” del nostro tempo».

A CONFRONTO CON POLACCHI E DOMINICANI
Lo sguardo alle persone in difficoltà è rivolto anche nel progetto "Migrantes". La prima domenica di ogni mese si riunisce in Santuario per la Santa Messa un consistente gruppo di persone di nazionalità polacca. La terza domenica si raduna nella nostra chiesa una comunità di Santo Domingo. «Non è facile lasciare il proprio paese - commentano i francescani - ti vengono a mancare i familiari, gli amici, le tue consuetudini. Ti senti sradicato, privo di punti di riferimento, solo. Ti porti dietro qualche fotografia, poche cose personali, la tua cultura e, se hai la fede, Dio. Per Lui non siamo mai stranieri. Dio ha il potere di seguirci ovunque, di farci sentire sempre la sua presenza. Se noi accogliamo con amore uno straniero, e come se ospitassimo Dio in persona».

IL FILO DIRETTO CON IL BURUNDI
Infine, il convento di Gaggiola rappresenta, da più di 30 anni un canale privilegiato e sicuro per trasferire aiuti al Burundi. Qualcuno, infatti, partendo proprio da questo convento ha avviato in Burundi, negli anni ottanta, una presenza francescana, che è sopravvissuta alla violenza e continua a crescere. Dapprima si e trattato di una sola casa. Via via, si è formato un villaggio della carità e della gioia, che si chiama "Casa San Francesco". «L’attuale responsabile è Padre Flavio - raccontano i Frati Minori - l’ultimo parroco frate della nostra parrocchia di Gaggiola. Vi abita una popolazione sorprendente. Con un centinaio di adulti, vivono duecento bambini, che sono stati in gran parte recuperati, quasi scheletri, sulla soglia della morte. Ora sono sostenuti a distanza da genitori adottivi». Gelsomino Del Guercio

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