rassegna

Ci vogliono tutto il coraggio e il talento di Dario Fo per riprendere uno spettacolo di quindici anni fa, «Lu Santo Jullàre Francesco», riadattarlo e riscriverlo in volgare umbro. Domani sera al Teatro degli Arcimboldi (unica data, incasso devoluto al progetto Slow Food per l'Africa) il premio Nobel affronterà più di due ore di palcoscenico, un monologo su quel ragazzo di Assisi che volle rinunciare ad agi e ricchezze per seguire la sua personalissima via alla fede. Un modo di vivere e intendere il cattolicesimo che con la figura di Papa Francesco è ritornato di attualità. Dario Fo rievoca episodi francescani censurati dalla Chiesa ufficiale (l'arresto e il carcere, la sommossa contro i potenti di Assisi), li intreccia con i miti del Medioevo, con i poveri e i personaggi da commedia del nostro Duecento. E del santo di Assisi viene fuori il profilo di «un rivoluzionario», che rifiutava le regole ecclesiastiche e che durante le prediche cantava e recitava. Jullare, appunto. Domani sarà poi difficile non accorgersi di una bella contemporaneità. Mentre il maestro Fo recita agli Arcimboldi, il Piccolo Teatro dà il via alla tre giorni che omaggia due milanesi, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, per molti versi figli artistici del premio Nobel. Con Jannacci, Fo ha scritto gran parte della produzione iniziale - basterebbero le geniali "Ho visto un re", "L'Armando" e "Vengo anch'io" - oltre che curare la regia di un recital storico del 1964, "22 canzoni". Si parte quindi alle 20.30 di domani (via Rovello 2, ingresso libero) con "Gaber e Jannacci, incontro e spettacolo", con Paolo Jannacci, Ricky Gianco e Paolo Rossi tra chiacchiere e filmati d'archivio; si continua martedì con la riproposizione di "Milanin Milanon" (ore 20.30, ingresso libero) ; si chiude il 16 con la voce e il jazz di Rossana Casale (ore 20.30, 22/25 euro) ne "Il signor G e l'amore", cioè le canzoni del Gaber innamorato. V.le dell'Innovazione 20, domani ore 21, 15/20 euro