San Francesco Vs San Giuseppe, lo sapevate che...
Lo sapevate che nel 2002 ci fu un dibattito in merito alla nuova festa nazionale (un giorno solo): o il 4 ottobre, San Francesco patrono d' Italia, o il 19 marzo, San Giuseppe.
Di seguito l'articolo del Corriere della Sera che racconta quel dibattito
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Roba da santi: Francesco di Assisi che cede il passo a Giuseppe, padre putativo di Gesù. Che la diano a lui, al falegname più famoso della storia dell' umanità, la futura festa nazionale in palio in Italia. Dice padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro Convento di Assisi: «San Francesco si è sempre dichiarato semplice e illetterato desiderando per il frate l' ultimo posto, mai il primo. E si è dichiarato soggetto alla Chiesa, ai sacerdoti compresi quelli tra loro peccatori, ai propri superiori, a tutti i cristiani... Perciò siamo sicuri che San Francesco avrebbe fatto un passo indietro». Il commento di padre Enzo alla «rinuncia» è inevitabile: «Un autentico e umile gesto di francescanesimo...». La vicenda, che potrebbe insegnare molto al rissoso mondo politico italiano ostinatamente impegnato a dividersi su tutto, è nota: ne ha parlato il Corriere della Sera il 26 luglio.
Al Senato, in commissione Affari costituzionali, da qualche tempo è scontro tra «francescani» e «giuseppisti». Al centro del dibattito la nuova festa nazionale (un giorno solo), che dev' essere ancora stabilita: o il 4 ottobre, San Francesco patrono d' Italia, o il 19 marzo, San Giuseppe, una delle figure più radicate nel costume cattolico nostrano. Gli schieramenti sono politicamente trasversali. Da una parte i «francescani», cioè Maurizio Ronconi (Udc), Franco Asciutti (Forza Italia) e Fiorello Cortiana (Verdi) - ma anche il deputato Giuseppe Giulietti è, da Montecitorio, un aperto «francescano» per motivi di collegio elettorale, così come «francescano», ricordano orgogliosamente i frati, è il presidente della Camera Pierferdinando Casini. Dall' altra i «giuseppisti» guidati da Cosimo Izzo (Forza Italia): della pattuglia fanno parte il leghista Roberto Calderoli, Domenico Nania (An), il Ds Giovanni Battaglia e anche l' ex domatore di leoni Livio Togni, di Rifondazione. Adesso la novità: San Francesco si sottrae al duello parlamentare e lascia campo libero. Dice ancora padre Fortunato: «Non dimentichiamoci che San Giuseppe è il patrono dei francescani.
E che San Francesco amava la famiglia. Dal momento che il 19 marzo è anche la festa del papà, il nostro santo avrebbe gioito di una celebrazione nazionale nella famiglia, con la famiglia, per la famiglia, soprattutto in un momento in cui quel valore è messo in discussione e quindi va recuperato inserendo un tarlo positivo di riflessione». E poi c' è un motivo simbolico, giura l' attivissimo padre Fortunato: «Francesco è sempre stato contrario a una visione piramidale delle gerarchie, preferendo un' antropologia circolare, cioè l' uno accanto all' altro. E la nostra scelta va in questo preciso solco». Il partito dei «francescani» capirà le ragioni della scelta? «Penso di sì. Se i credenti conoscono San Francesco non solo attraverso le vie devozionali ma anche grazie a quelle più robuste di una fede applicata, capiranno il gesto e comprenderanno che il nostro è un modo per cercare di interpretare il suo pensiero». Ma fin qui siamo solo alla prima parte della proposta dei frati di Assisi.Spiega il Custode del Sacro Convento, padre Vincenzo Coli: «Non intendiamo con questa scelta sostituirci alla Conferenza episcopale né a tutti i fedeli di San Francesco. Abbiamo parlato tra noi e ci siamo trovati d' accordo nel "dare spazio" a San Giuseppe, ma ci piacerebbe che il 4 ottobre diventasse, pur restando giorno lavorativo, una data dedicata al dialogo, alla riconciliazione, alla solidarietà, all' accoglienza».
Il modello che padre Coli suggerirebbe è la Giornata della Memoria istituita il 27 gennaio per ricordare la tragedia della Shoah del popolo ebreo: «Si potrebbe organizzare una serie di manifestazioni dedicate soprattutto al mondo delle scuole, e in generale dei più giovani. La nostra società si confronta sempre più con continui cambiamenti che richiedono ascolto e rispetto dell' altro, capacità di perdono e insieme di scambio. Insomma abbiamo in mente una festa che costringa a pensare: altrimenti si finisce sempre con la solita gita fuori città con la bistecca cotta sui prati. Un po' poco, no?». Questo vostro «farsi da parte» può essere un modello da suggerire anche al mondo politico? «E perché no... Il messaggio dell' umiltà è sempre valido a meno che, ovviamente, non si tratti di difendere valori essenziali: in quel caso non si transige. Ma comprendere le ragioni dell' altro è il miglior inizio di dialogo. E credo sia nel più genuino spirito francescano cedere il posto a un santo importante per proporre una giornata dedicata ai valori che tutti dovrebbero condividere».
Il Senato è dunque avvisato, anche se non ci sono stati contatti ufficiali tra Sacro Convento e politici iscritti al partito «francescano». Forse la parola toccherà ai «giuseppisti». Cosa si inventeranno per pareggiare la santa cortesia? Proporranno una festa bipartisan, un' accoppiata Francesco-Giuseppe? Gli editori di calendari attendono con ansia: c' è da scegliere in fretta per stampare in rosso, come si deve, il giorno giusto del 2003. Paolo Conti.».
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