Le stimmate di oggi
Francesco di Assisi, grazie alle stimmate impresse sul suo corpo, ci fa capire quali sono le stimmate che "flagellano" oggi il mondo.
Ma le stimmate sono un momento di redenzione e salvezza per l'uomo che lo desidera.
Nelle Francescane si racconta di come Francesco bacchettasse dei comportamenti "poco consoni" che ancora oggi trovano spazio nella vita dell'uomo.
Il primo è la corruzione. Nella Lettera a tutto l’Ordine si legge:
v. 37: Dobbiamo avere in odio i nostri corpi con i loro vizi e i peccati, poiché il Signore dice nel Vangelo: Tutte le cose cattive, i vizi e i peccati escono dal cuore (Fonti Francescane, num. 195).
vv. 45-46: Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto dobbiamo essere semplici, umili e puri. E teniamo i nostri corpi in umiliazione e dispregio, perché noi tutti, per colpa nostra, siamo miseri e putridi, fetidi e vermi, come dice il Signore per bocca del profeta: “Io sono un verme e non un uomo, obbrobrio degli uomini e scherno del popolo” (Sal 21,7) (Fonti Francescane, num. 199).
vv. 63-71 63Invece, tutti coloro che non vivono nella penitenza, e non ricevono il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, 64e praticano vizi e peccati, e che camminano dietro la cattiva concupiscenza e i cattivi desideri, e non osservano quelle cose che hanno promesso, 65e con il proprio corpo servono il mondo attraverso gli istinti della carne, le cure e le preoccupazioni del secolo presente e le cure di questa vita, 66ingannati dal diavolo, di cui sono figli e ne compiono le opere, costoro sono ciechi, poiché non vedono la vera luce, il Signore nostro Gesù Cristo.
67Questi non possiedono la sapienza spirituale, poiché non hanno in sé il Figlio di Dio, che è la vera sapienza del Padre. Di essi è detto: “La loro sapienza è stata divorata” (Sal 106,27). 68Essi vedono, conoscono, sanno e fanno il male e consapevolmente perdono le loro anime.
69Vedete, o ciechi, ingannati dai nostri nemici, cioè dalla carne, dal mondo e dal diavolo, che al corpo è dolce fare il peccato ed è cosa amara servire Dio, poiché tutte le cose cattive, i vizi e i peccati, escono e procedono dal cuore degli uomini, come dice il Signore nel Vangelo. 70E così non possedete nulla né in questo mondo né nell’altro. 71Credete di possedere a lungo le vanità di questo secolo, ma vi ingannate, perché verrà il giorno e l’ora che non pensate, non conoscete e ignorate (Fonti Francescane, num. 203-204).
Sempre nella Lettera, Francesco indica come debba essere rispettato il corpo.
vv. 11-14: E la volontà del Padre suo fu questa, che il suo figlio benedetto e glorioso, che egli ci ha donato ed è nato per noi, offrisse se stesso, mediante il proprio sangue, come sacrificio e vittima sull’altare della croce, 12non per sé, poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, ma in espiazione dei nostri peccati, 13lasciando a noi l’esempio perché ne seguiamo le orme. 14E vuole che tutti siamo salvi per mezzo di lui e che lo riceviamo con cuore puro e col nostro corpo casto (Fonti Francescane, num. 184).
Francesco chiamava il corpo “frate asino” (Fonti Francescane, num. 703); diceva che bisognava trattarlo con discrezione, perché non mormorasse (Fonti Francescane, num. 713).
Francesco non aveva presente il concetto di inquinamento come lo consideriamo e lo viviamo noi oggi, ma esprime l’amore per la natura e il rispetto dell’ordine voluto da Dio, che è come dire: lotta all’inquinamento.
"Dopo il fuoco, il suo amore andava specialmente all'acqua, simbolo della santa penitenza e tribolazione, che purificano le sporcizie dell'anima; e perché il primo bagno delI'anima si fa per mezzo dell'acqua battesimale. Quando si lavava le mani, sceglieva un posto dove l'acqua scorrente non venisse pesticciata dai piedi E quando camminava sulle pietre, avanzava con gran delicatezza e rispetto, per amore di Colui che è chiamato Pietra. E nel recitare quel versetto del salmo: Tu mi elevi sulla pietra, diceva con gran reverenza e devozione queste parole: Mi hai collocato più giù che i piedi della pietra. Al frate che tagliava la legna e la preparava per il fuoco, raccomandava di non abbattere mai tutto l'albero, ma tagliasse gli alberi in modo che ne rimanesse sempre una parte intatta, e ciò per amore di Colui che volle operare la nostra salvezza sul legno della croce. Anche al frate che lavorava l'orto diceva di non coltivare tutto il terreno per le erbe commestibili, ma ne lasciasse qualche parte libera di produrre erbe verdeggianti che alla loro stagione producessero i fratelli fiori; e ciò per amore di Colui che è chiamato fiore del campo e giglio delle valli. Diceva ancora che il frate ortolano dovrebbe sempre fare un bel giardinetto in una parte dell'orto, dove seminare e mettere ogni tipo di erbe odorose e le piante che producono bei fiori, affinché invitino, nella stagione loro, gli uomini che le vedono alla lode di Dio. Infatti ogni creatura dice: " Dio mi ha creata per te, o uomo! ". Noi che siamo vissuti con lui, lo vedevamo rallegrarsi interiormente ed esteriormente di quasi tutte le creature, così che, toccandole o mirandole, il suo spirito sembrava essere in cielo, non in terra. E per le grandi gioie che aveva ricevuto e riceveva dalle creature, egli compose, poco prima della sua morte, alcune Lodi del Signore per le sue creature, per incitare alla lode di Dio i cuori di coloro che le udissero, e cosi il Signore fosse lodato dagli uomini nelle sue creature."
Un occhio è rivolto anche a quegli uomini di Chiesa che hanno smarrito la via della fede.
Francesco ha fede nei sacerdoti: Testamento vv. 4-10 (Fonti Francescane, num. 111-113). Contro gli eretici che li attaccano non nega le loro possibili colpe, ma bacia comunque le loro mani, che possono consacrare l’eucaristia: 2Cel num. 78-79 (Fonti Francescane, num. 666).
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