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Vi racconto un miracolo/Un bellissimo regalo

Fra' Vicino
Pubblicato il 30-11--0001



Giorni or sono andando come al solito ad accudire il luogo in cui è nato san Francesco: L'Oratorio o Stalletta, e vi ho trovato due giovani in preghiera, abbracciati affettuosamente, che non nascondevano le loro dolci lacrime di gioia. Che era avvenuto? La discrezione mi ha fatto allontanare, lasciandoli nel loro momento così visivamente emotivo, ma mentre stavo uscendo mi è stata rivolto un saluto di Pace e Bene, chiaro significato di voler dialogare o quanto meno essere ascoltati.

- Salute a voi carissimi giovani, da dove venite? - Siamo due giovani sposi – dice il marito – che da circa quattro anni attendevamo un bambino, ma senza alcun risultato anche, confessiamo, con i nuovi metodi di concepimento. Poi due anni fa, venendo in Assisi, siamo capitati per “caso”, in questo luogo in cui ci è stata raccontata la storia della nascita di san Francesco, così abbiamo fatto un Voto al Santo, se ci aiutava ad avere un figlio. Abbiamo trascorso il nostro tempo nel lavoro quotidiano, anche con qualche difficoltà, ma confidando nella divina Provvidenza, anche le nostre famiglie ci sono state vicine. Sentivamo però come un vuoto che non riuscivamo a riempire solo con il nostro amore e di quanti ci erano accanto. - Quando andavamo per strada – continua la moglie – e vedevo una mamma con il passeggino o semplicemente una donna le cui forme dichiaravano palesemente il suo stato di prossimo puerperato, sentivo in me una grande ansia quasi colpevole, anche se il mio compagno mai mi ha fatto pesare questa situazione.

Si era verso il Natale di due anni fa, un anno di scarso lavoro che ci stava mettendo un po' in crisi, ma sapendoci accontentare del necessario, abbiamo vissuto dignitosamente anche quei giorni di festa. Avevo l'appuntamento con il ginecologo in settimana, ma era più per un controllo ordinario che per effettiva necessità. «È un po' di tempo che non ci vediamo signora, come mai, vedo che ha saltato anche due appuntamenti che avevamo» dice il medico. «Tanto che vengo a fare, caro dottore, rispondo, lei sa bene com'è la mia situazione».

«Si accomodi che facciamo comunque un controllo, visto che è venuta». Sono tornata a casa quasi correndo e non credendo ancora a ciò che il ginecologo mi aveva detto: “Lei è incinta!”. Ho aspettato A. stringendomi un cuscinetto della mia nonna al seno, come se già avessi il neonato o neonata. Non ho neanche preparato il pranzo, tanta era l'emozione che mi sembrava scoppiasse il cuore, solo volevo che A. fosse al più presto a casa, per condividere tanta gioia. Quando è suonato il campanello ed ho sentito aprire la porta, sono rimasta in silenzio ed incapace di dire anche un ciao. «Carissima oggi non è stata una gran giornata, però possiamo accontentarci – dice A. –, solo mi dispiace di non avere potuto portarti neanche un regalino, almeno per il Natale ». Ho guardato con tanto affetto il mio sposo, poi alzandomi l'ho abbracciato dicendo: «Amore mio tu sei per me già un grande regalo, ma ora ti faccio io un regalo che supera anche il nostro amore». «Ma che dici R.!». «Sappi che sono incinta!» rispondo. Siamo tornati dopo due anni dalla nostra visita in questo luogo, così altamente mistico e suggestivo, per ciò che rappresenta, pur nella sua semplicità.

Ora siamo in attesa di una creatura e, come avevamo pregato san Francesco d'intercedere per noi, gli porremo il suo bel Nome!

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