Vi racconto un miracolo/Un bellissimo regalo
Giorni or sono andando come al solito
ad accudire il luogo in cui è nato
san Francesco: L'Oratorio o Stalletta,
e vi ho trovato due giovani in preghiera,
abbracciati affettuosamente,
che non nascondevano le loro dolci
lacrime di gioia. Che era avvenuto?
La discrezione mi ha fatto allontanare,
lasciandoli nel loro momento
così visivamente emotivo, ma mentre
stavo uscendo mi è stata rivolto
un saluto di Pace e Bene, chiaro significato
di voler dialogare o quanto
meno essere ascoltati.
- Salute a voi carissimi giovani, da
dove venite?
- Siamo due giovani sposi – dice il
marito – che da circa quattro anni
attendevamo un bambino, ma senza
alcun risultato anche, confessiamo,
con i nuovi metodi di concepimento.
Poi due anni fa, venendo in
Assisi, siamo capitati per “caso”, in
questo luogo in cui ci è stata raccontata
la storia della nascita di san
Francesco, così abbiamo fatto un
Voto al Santo, se ci aiutava ad avere
un figlio. Abbiamo trascorso il nostro
tempo nel lavoro quotidiano,
anche con qualche difficoltà, ma
confidando nella divina Provvidenza,
anche le nostre famiglie ci sono
state vicine. Sentivamo però come
un vuoto che non riuscivamo a
riempire solo con il nostro amore e
di quanti ci erano accanto.
- Quando andavamo per strada
– continua la moglie – e vedevo una
mamma con il passeggino o semplicemente
una donna le cui forme dichiaravano
palesemente il suo stato
di prossimo puerperato, sentivo in
me una grande ansia quasi colpevole,
anche se il mio compagno mai
mi ha fatto pesare questa situazione.
Si era verso il Natale di due anni
fa, un anno di scarso lavoro che ci
stava mettendo un po' in crisi, ma
sapendoci accontentare del necessario,
abbiamo vissuto dignitosamente
anche quei giorni di festa.
Avevo l'appuntamento con il ginecologo
in settimana, ma era più per
un controllo ordinario che per effettiva
necessità. «È un po' di tempo che
non ci vediamo signora, come mai, vedo
che ha saltato anche due appuntamenti
che avevamo» dice il medico. «Tanto
che vengo a fare, caro dottore, rispondo,
lei sa bene com'è la mia situazione».
«Si accomodi che facciamo comunque
un controllo, visto che è venuta». Sono
tornata a casa quasi correndo e non
credendo ancora a ciò che il ginecologo
mi aveva detto: “Lei è incinta!”.
Ho aspettato A. stringendomi
un cuscinetto della mia nonna al
seno, come se già avessi il neonato
o neonata. Non ho neanche preparato
il pranzo, tanta era l'emozione
che mi sembrava scoppiasse il cuore,
solo volevo che A. fosse al più
presto a casa, per condividere tanta
gioia. Quando è suonato il campanello
ed ho sentito aprire la porta,
sono rimasta in silenzio ed incapace
di dire anche un ciao. «Carissima
oggi non è stata una gran giornata, però
possiamo accontentarci – dice A. –, solo
mi dispiace di non avere potuto portarti
neanche un regalino, almeno per il Natale
». Ho guardato con tanto affetto
il mio sposo, poi alzandomi l'ho abbracciato
dicendo: «Amore mio tu sei
per me già un grande regalo, ma ora ti
faccio io un regalo che supera anche il
nostro amore». «Ma che dici R.!». «Sappi
che sono incinta!» rispondo. Siamo
tornati dopo due anni dalla nostra
visita in questo luogo, così altamente
mistico e suggestivo, per ciò che
rappresenta, pur nella sua semplicità.
Ora siamo in attesa di una creatura
e, come avevamo pregato san
Francesco d'intercedere per noi, gli
porremo il suo bel Nome!
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