Le visite dei pontefici

“Il Signore mi ha chiamato per la via della semplicit� e dell'umilt�”.
Con queste parole Francesco sintetizza la sua
vocazione, la sua via personalissima di vivere il Vangelo.
Semplice si defi nisce in pi� occasioni lo stesso Francesco.
Semplice la sua predicazione, persino davanti al
Papa, e alla via della semplicit� invita tutti i suoi frati.
Forse oggi siamo tentati di considerare la semplicit� solo
come espressione di ingenuit�, per non dire di ignoranza.
Possono sorprenderci allora le parole di Tommaso
da Celano nel Memoriale, la sua seconda biografi a: “Il
Santo praticava personalmente con cura particolare e amava
negli altri la santa semplicit�, fi glia della grazia, vera sorella
della sapienza, madre della giustizia. Non che approvasse ogni
tipo di semplicit�, ma quella soltanto che, contenta del suo Dio,
disprezza tutto il resto”.
La semplicit� � fi glia della grazia, cio� dono, nasce dal
dono � o meglio � da Colui che � dono, ma come pu�
essere sorella della sapienza? Lascio la parola ancora
una volta a Francesco che cos� scrive in una bellissima
preghiera, il Saluto alle virt�: “Ave, regina sapienza; il
Signore ti salvi con tua sorella, la santa, pura semplicit�”. La
sapienza e la semplicit� sono sorelle, un insegnamento
che Francesco ripete pi� volte ai suoi frati nella Regola
e anche nelle Ammonizioni come invito a privilegiare
una scienza che si traduce nella concretezza di un agire
nel mondo per gli uomini e con gli uomini e che non
si accontenta di un sapere che allontana e separa e che
vive solo delle sue parole. La semplicit�, in fondo, � la
vera sapienza: “La pura, santa semplicit� confonde ogni sapienza
di questo mondo e la sapienza della carne”. Siamo al
cuore del Vangelo, sapienza che confonde ogni nostra
presunta sapienza. Cos� Tommaso pu� scrivere che la
semplicit� amata da Francesco � quella che “contenta del
suo Dio, disprezza tutto il resto”. Qui � anche la gioia! “�
la semplicit� che in tutte le leggi divine lascia le tortuosit� delle
parole, gli ornamenti e gli orpelli, come pure le ostentazioni e
le curiosit� a chi vuole perdersi, e cerca non la scorza ma il midollo,
non il guscio ma il nocciolo, non molte cose ma il molto,
il sommo e stabile Bene”.
Spesso noi ci troviamo a cercare invece molte cose, non
il Molto. Per Francesco questa � la vera ricchezza. Nella
povert� delle cose impariamo la semplicit�. “Tra gli altri
doni e carismi che il generoso Datore concesse a Francesco, vi fu
un privilegio singolare: quello di crescere nelle ricchezze della
semplicit� attraverso l'amore per l'altissima povert�” (Bonaventura,
Legenda maior).
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