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La via della semplicit�

Milvia Bollati
Pubblicato il 30-11--0001



“Il Signore mi ha chiamato per la via della semplicit� e dell'umilt�”. Con queste parole Francesco sintetizza la sua vocazione, la sua via personalissima di vivere il Vangelo. Semplice si defi nisce in pi� occasioni lo stesso Francesco. Semplice la sua predicazione, persino davanti al Papa, e alla via della semplicit� invita tutti i suoi frati. Forse oggi siamo tentati di considerare la semplicit� solo come espressione di ingenuit�, per non dire di ignoranza. Possono sorprenderci allora le parole di Tommaso da Celano nel Memoriale, la sua seconda biografi a: “Il Santo praticava personalmente con cura particolare e amava negli altri la santa semplicit�, fi glia della grazia, vera sorella della sapienza, madre della giustizia. Non che approvasse ogni tipo di semplicit�, ma quella soltanto che, contenta del suo Dio, disprezza tutto il resto”. La semplicit� � fi glia della grazia, cio� dono, nasce dal dono � o meglio � da Colui che � dono, ma come pu� essere sorella della sapienza? Lascio la parola ancora una volta a Francesco che cos� scrive in una bellissima preghiera, il Saluto alle virt�: “Ave, regina sapienza; il Signore ti salvi con tua sorella, la santa, pura semplicit�”. La sapienza e la semplicit� sono sorelle, un insegnamento che Francesco ripete pi� volte ai suoi frati nella Regola e anche nelle Ammonizioni come invito a privilegiare una scienza che si traduce nella concretezza di un agire nel mondo per gli uomini e con gli uomini e che non si accontenta di un sapere che allontana e separa e che vive solo delle sue parole. La semplicit�, in fondo, � la vera sapienza: “La pura, santa semplicit� confonde ogni sapienza di questo mondo e la sapienza della carne”. Siamo al cuore del Vangelo, sapienza che confonde ogni nostra presunta sapienza. Cos� Tommaso pu� scrivere che la semplicit� amata da Francesco � quella che “contenta del suo Dio, disprezza tutto il resto”. Qui � anche la gioia! “� la semplicit� che in tutte le leggi divine lascia le tortuosit� delle parole, gli ornamenti e gli orpelli, come pure le ostentazioni e le curiosit� a chi vuole perdersi, e cerca non la scorza ma il midollo, non il guscio ma il nocciolo, non molte cose ma il molto, il sommo e stabile Bene”. Spesso noi ci troviamo a cercare invece molte cose, non il Molto. Per Francesco questa � la vera ricchezza. Nella povert� delle cose impariamo la semplicit�. “Tra gli altri doni e carismi che il generoso Datore concesse a Francesco, vi fu un privilegio singolare: quello di crescere nelle ricchezze della semplicit� attraverso l'amore per l'altissima povert�” (Bonaventura, Legenda maior).

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