religione

Papa Giovanni Paolo I sarà beato

Gian Guido Vecchi
Pubblicato il 13-10-2021

Riconosciuta la guarigione di una bambina a Buenos Aires

Sarà presto beato Albino Luciani, eletto come Giovanni Paolo I nella Sistina il 26 agosto 1978 e morto la notte tra il 28 settembre e il 29 settembre, trentatré giorni, il pontificato più breve della storia moderna. Papa Francesco ha ricevuto questa mattina il cardinale Marcello Semeraro e autorizzato la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto che riconosce un miracolo attribuito all’intercessione di Luciani, l’ultimo passo formale prima della beatificazione. La data sarà stabilita da Francesco. La Chiesa ha riconosciuto come miracolosa la guarigione, avvenuta il 23 luglio 2011 a Buenos Aires, di una bambina undicenne affetta da «grave encefalopatia infiammatoria acuta, stato di male epilettico refrattario maligno, shock settico», considerata dai medici in fin di vita: il quadro clinico, secondo la documentazione della Congregazione, era gravissimo, caratterizzato da numerose crisi epilettiche giornaliere e da uno stato settico da broncopolmonite; l’iniziativa di invocare Papa Luciani perché intercedesse per la guarigione della bambina (per la Chiesa non è il beato o il santo che compie il miracolo, è a lui che ci si rivolge nella preghiera perché interceda presso Dio), era stata presa dal parroco della parrocchia a cui apparteneva l’ospedale, un sacerdote molto devoto di Luciani.

La consulta medica aveva dato «via libera» nel 2019: in questi casi, i medici non si pronunciano sul fatto che sia o meno un miracolo, ovviamente, ma certificano che «allo stato delle conoscenze scientifiche» la guarigione è inspiegabile. Al voto dei medici era poi seguito il parere positivo dei teologi e, da ultimo, della sessione di vescovi e cardinali. Figlio di un operaio socialista che aveva lavorato a lungo in Svizzera, al momento dell’elezione Luciani era patriarca di Venezia. Non immaginava di essere eletto e sospirò ai cardinali nella Sistina: «Dio vi perdoni per ciò che avete fatto!». Nello stemma episcopale aveva scelto la parola «humilitas». Primo Papa a scegliere un nome doppio, rinunciò all’«incoronazione» e parlava di sé in prima persona e non col «noi». Per molti versi, un precursore, libero dalla tirannia del «si è sempre fatto così», come ripete Francesco: una volta intervenne a braccio definendosi «povero Cristo, vicario di Cristo», ed era una cosa così inaudita che l’«Osservatore» e i testi ufficiali lo censurarono.

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