religione

L’anima francescana della Pontificia Accademia Mariana Internazionale

Antonio Tarallo Vatican News
Pubblicato il 27-07-2020

Un dialogo con il Presidente, Padre Stefano Cecchin

Nelle vene della Pontificia Accademia Mariana Internazionale “scorre sangue francescano”, potremmo dire. Fin dalla sua nascita la presenza francescana nell’Accademia è ben evidente: 27 luglio 1946, Ateneo Pontificio “Antonianum” di Roma, ecco data e luogo. E, il luogo è francescano, ovviamente: si tratta, appunto, dell’università francescana di Roma. Sono trascorsi settantaquattro anni da quando il Definitorio Generale dell’Ordine dei Frati Minori istituì una “Commissione Mariana Francescana” - la “Commissio Marialis Franciscana” - con il fine di organizzare e dirigere tutto quanto si sarebbe fatto nell’Ordine per esaltare e far conoscere - scientificamente - la Vergine Maria.

Questa commissione potrebbe definirsi il vero inizio di quella che sarà poi la “Pontificia Accademia Mariana Internazionale” che, ufficialmente, nacque l’8 dicembre 1959 grazie al motu proprio “Maiora in dies” del Sommo Pontefice Giovanni XXIII. L’Accademia rappresenta una delle più interessanti e dinamiche realtà della Chiesa. Ne parliamo con l’attuale suo Presidente, Padre Stefano Cecchin (Ofm).

Presidente, impossibile non iniziare proprio con il tema “San Francesco e Maria”, visto l’importanza dell’Ordine francescano per l’Accademia.
È indissolubile questo binomio: San Francesco e Maria. Radicata nella vita di Francesco, la Vergine è per il santo, Madre e Chiesa. È interessante soffermarsi su come San Francesco saluti la Vergine, con quella preghiera “Ave suo palazzo. / ave, suo tabernacolo, / ave, sua casa. /Ave, suo vestimento…”. Dunque, Francesco quando parla di Maria, parla della Chiesa. Infatti, non a caso, per riferirsi a Lei, riprende gli argomenti della consacrazione della Chiesa. Maria è, per San Francesco, la Chiesa. Maria è il luogo dove è presente il Figlio di Dio.

Da questo, allora, possiamo anche comprendere come Francesco abbia sempre avuto una grande attenzione nel rimanere sotto l’autorità della Chiesa, sotto l’autorità del Pontefice. E, poi, bisogna aggiungere che nel cammino di “conversione” di Francesco, Maria ha un ruolo fondamentale. Basta pensare all’importanza che ricopre la Porziuncola nella sua vita: i biografi, come Celano, e San Bonaventura ci parlano del Francesco che passa dall'esperienza della voce intima di San Damiano, a quella di Santa Maria degli Angeli. Dicono gli autori che va lì non solo per la sua vicinanza ai luoghi poveri (tema, sempre presente nel Santo), ma anche per la sua devozione mariana. Questo è importante ribadirlo! E lui, pregava, ogni giorno la Madre della Misericordia (ricordiamo che è questo il periodo della diffusione, della devozione del titolo di Madre di Misericordia): pregava lei!

E dice Bonaventura che fu proprio la Madre di Misericordia nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a far “concepire e partorire lo spirito della verità evangelica”. È lì che San Francesco ascolta il Vangelo. È lì che coltiva la sua devozione a Maria, e poi la sua vocazione. Questa rivelazione avviene grazie a Maria. Non è un caso, forse, che proprio alla Porziuncola, a Santa Maria degli Angeli, nasca l’Ordine. Tutto ciò che è fecondo nasce da Maria.

Dall’importanza di Maria per Francesco, passiamo, dunque, all’importanza dell’Ordine francescano per la Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Facciamo un salto a ritroso nel tempo, alla Proust: 27 luglio 1946. “Antonianum” di Roma, dove ha ancora sede la stessa Accademia tra l’altro.
Già il luogo dove ci troviamo dice molto. E il primo presidente dell’Accademia, altrettanto: padre Carlo Balic (Ofm), fondatore della Pontificia Academia Mariana Internationalis, ideatore dei Congressi Mariologico Mariani Internazionali, collaboratore per il dogma dell'Assunzione e perito al Concilio Vaticano II per il capitolo VIII della “Lumen gentium”. Dal 1947 diresse i congressi assunzionistici: in ordine, Roma 1947; Lisbona nel 1947; Madrid nel 1947; nel 1948 a Montréal; Buenos Aires del 1948; Puy-en-Velay nel 1949; e, in ultimo, quello degli USA del 1950. Fece poi parte della commissione pontificia incaricata della stesura della “Munificentissimus Deus” per la proclamazione del dogma dell'Assunta. Era il 1950. Un’attività “mariana” a 360 gradi, insomma.

Qui, presso l’Antonianum fu titolare della cattedra di mariologia e poi divenne anche rettore di questa università. Una mente eccelsa, geniale direi, francescana, impegnata per la conoscenza e la divulgazione degli studi su Maria. E’ stato lui a presiedere i lavori di quella prima Commissione Mariana che diede vita all’Accademia: ha avuto l’intuizione della necessità di coordinare tutti gli studi mariologici nel mondo. Bisognava avere un’unica voce ufficiale da parte della Chiesa, per Maria. E la bellezza di tutto questo - bisogna dirlo - è che doveva essere una “voce francescana”.

Una voce che negli anni trascorsi - ben settantaquattro - ha avuto molto da dire. E, ultimamente, sta parlando tanto. Qualche accenno, Presidente, all’Accademia, oggi.
L’Accademia è impegnata su diversi fronti, e non sempre solo legati all’ambito della Chiesa. Stiamo guardando, ad esempio, molto alla società civile, ultimamente. Non a caso a ottobre si svolgerà un’importante iniziativa dal titolo “Liberare Maria dalle mafie e dal potere criminale. Per una teologia della liberazione dalle mafie” che vedrà il coinvolgimento - oltre dell’Accademia stessa - di importanti figure della magistratura impegnate nella lotta contro la mafia. Poi, c’è tutto il discorso legato al dialogo interculturale, tanto caro al Pontefice Francesco.

Tema quanto mai attuale. In un mondo diviso, troviamo Maria come ponte fra le diverse culture. La sua figura che unisce, un po’ come nel Cenacolo con gli Apostoli. No?
Certamente, è proprio così: Maria unisce, sempre. E la nostra ultima attività è proprio nel solco di questo. Siamo partiti, ad esempio, ultimamente dal “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, sottoscritto da Papa Francesco e Sua Eminenza il Grande Imam Ahmad Al-Tayyib, firmato lo scorso 4 febbraio 2019. A seguito poi delle indicazioni date da Papa Francesco nel suo Messaggio del 4 dicembre 2019 in occasione della XXIV Seduta pubblica delle Pontificie Accademie, il 28 gennaio di quest’anno il Consiglio della PAMI ha dato parere positivo alla fondazione della “Commissione Internazionale Mariana Musulmano Cristiana”.

Il 12 maggio è stata firmata una “Intesa programmatica” tra la nostra Accademia e il Centro Islamico Culturale d’Italia - che vede coinvolta la Grande Moschea di Roma - per un modello di dialogo interreligioso fondato su un luogo simbolo delle moschee che è stato denominato “Mihrab/angolo di Maria”. Questo documento è molto importante per incrementare, ancor di più, il dialogo con i nostri fratelli musulmani. Nell’intesa si è stabilito di organizzare un corso in comune di formazione universitaria che partirà dal prossimo anno accademico. I programmi sono tanti, così come il nostro impegno. Tra l’altro con l’emergenza sanitaria da poco vissuta, abbiamo scoperto quanto possa essere utile lo strumento di internet per le nostre iniziative. Abbiamo svolto durante la pandemia diversi convegni, corsi, seminari.

Il covid, insomma, non può certamente fermare Maria.
Maria non si ferma mai, no. E noi, cerchiamo - per quanto possibile - almeno d’imitarla. Certamente lei ha “una marcia in più”, diciamo simpaticamente così. E. noi, cerchiamo di andare dietro a lei, sperando sempre di riuscirci. Non è facile, certamente. Importante è provarci. Quando ci riusciamo, siamo contenti. E penso che anche Lei lo sia.

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