religione

Francescani e pellegrini pronti a celebrare l’Assunzione di Maria

Redazione Vatican News
Pubblicato il 03-08-2019

A Gerusalemme, la Fraternità francescana del Getsemani celebra la Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine

In una “terra molto perseguitata”, dove “si soffre tanto”, chiediamo “al Signore e alla Madonna la pace per la Terra Santa, specialmente per tutti i cristiani che vivono in questi luoghi”. È la preghiera che, in occasione della Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, levano la Fraternità francescana del Getsemani e i tanti pellegrini che affollano Gerusalemme a metà agosto. Il 14 e il 15 del mese, ogni anno, la Fraternità francescana del Getsemani organizza infatti le celebrazioni per ricordare “un frutto della Pasqua di Cristo, la Risurrezione e l’Assunzione della madre sua”, spiega a Vatican News fra Benito José Choque, padre guardiano del Getsemani.

Maria e il Cristo sofferente “Maria è accanto al figlio: la Chiesa di Gerusalemme ci tramanda che il luogo della sepoltura della Vergine è situato nell’area cimiteriale accanto al Getsemani. Siamo dunque chiamati a riscoprire lo stretto legame che unisce Maria al Cristo sofferente”, ricorda il francescano argentino, da trent’anni in Terra Santa e da nove alla guida della comunità del Getsemani, che in tutto comprende 12 frati, tra la casa madre all’Orto degli Olivi e le altre realtà a Betfage, Betania e Dominus Flevit.

La veglia

Il programma delle celebrazioni prevede per la vigilia, il 14 agosto, una veglia con fiaccolata mariana, coinvolgendo tutti i pellegrini che, constata il francescano, “ogni giorno sono di più in Terra Santa”. “Sopra la Grotta degli Apostoli - illustra fra Benito - si trova un giardino, che è il più vicino alla tomba della Madonna. La sera, alle 20.30, la comunità cristiana e tutti i pellegrini presenti in Terra Santa partecipano alla veglia mariana. Dopo si va in processione alla Basilica dell’Agonia, portando la statua della Madonna all’interno, quindi leggendo il Transito di Maria, come raccontato nei testi apocrifi”.

Il dogma

Il 1° novembre del 1950, Papa Pio XII definì solennemente il dogma dell’Assunzione di Maria, specificando che l’“augusta” Madre di Dio “ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro e, vinta la morte, come già il suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del Cielo”. Con la Costituzione apostolica Munificentissimus Deus, Papa Pacelli dava forza dogmatica a un’antica tradizione del popolo cristiano: già nel V secolo era attestata a Gerusalemme, nel calendario Gerosolimitano, la memoria di una festa mariana il 15 agosto. Tale ricorrenza liturgica si trasformò così da memoria generica della Madre di Dio a celebrazione della sua Assunzione.

Gloria, letizia, onore

Nel giorno della Solennità, al Getsemani “la mattina del 15 agosto - sottolinea il padre guardiano - alle 7.30 c’è la Messa in lingua araba alla Grotta del Tradimento, più vicina alla tomba della Madonna. Alle 10.00 nella Basilica dell’Agonia si tiene la Messa Pontificale, presieduta dal Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton”. “E’ un momento molto importante perché - aggiunge il francescano - è la Chiesa locale, la Chiesa madre di Gerusalemme che intorno al padre Custode celebra questa Messa, una lode in onore della Madonna. In quest’occasione si può dire ciò che recita la Bibbia: ‘Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia di Israele, tu onore del nostro popolo’”.

Il pellegrinaggio alla tomba di Maria

Nel pomeriggio del 15 agosto, dopo i vespri solenni, il programma della Fraternità francescana prevede il pellegrinaggio alla tomba di Maria. “È l’unica occasione in cui noi cristiani di rito latino - precisa fra Benito - possiamo scendere in processione a venerare la tomba della Madonna. All’ingresso, c’è una rappresentanza del patriarcato greco e del patriarcato armeno, come stabilito dallo status quo: la Basilica dove si trova la tomba di Maria, che è di stile crociato, è affidata agli ortodossi, appunto greci e armeni. Questa è l’unica volta dell’anno in cui a noi è permesso, come rito latino, di fare questa piccola liturgia, appunto nel giorno dell’Assunta. Il Custode scende, venera per primo la tomba della Madonna e dopo tutti i cristiani di rito latino vanno a baciare questo luogo santo. Il momento di pellegrinaggio termina con la preghiera e con la benedizione del Custode”.

La tradizione ortodossa

Tale pellegrinaggio nei Luoghi Santi, prosegue il padre guardiano, mostra “certamente che il Signore è vivo, è presente, cammina nella storia dell’umanità e che soprattutto chiede a noi uomini il dono della pace”. “La devozione alla Madre di Dio - osserva - è molto cara a tutti i cristiani, tanto ai latini quanto ai fedeli di rito ortodosso: una quindicina di giorni dopo la nostra celebrazione, il 29 agosto, c’è la grande celebrazione nel rito ortodosso. Anche in quel giorno, gente da tutte le parti della Terra Santa e pellegrini da fuori vengono per celebrare l’Assunta nel rito ortodosso. È molto bello vedere - racconta - le scale della Chiesa crociata che scendono fino alla Tomba della Madonna, quasi cento gradini, molto ampi, riempirsi di candele. Credo che in ognuna di queste candele ci sia una richiesta d’amore alla Madre di Dio”.

Giada Aquilino - Vatican News

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