francescanesimo

San Francesco Maria da Camporosso: con il suo sacrificio frenò la peste

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 19-09-2020

San Francesco Maria da Camporosso, la cui memoria liturgica ricorre il 17 settembre, è un santo francescano poco conosciuto, ma speciale.  Originario di Ventimiglia (è nato nel 1804), in tempi di Covid si rivela un santo particolarmente attuale perché offrì a Dio la sua vita, proprio chiedendogli di far cessare la violenta epidemia di peste che attanagliava Genova, dove prestava servizio sacerdotale, nel 1866.

"PADRE SANTO"

Francesco si distinse per essere un frate molto umile e sempre pronto a dare parole di conforto a tutte le persone che incontrava.  Fu proprio di mezzo al popolo che sorse il grido di “Padre santo” per designare frate Francesco ed esprimere l’ammirazione e la gratitudine di quanti erano stati beneficati dalla carità dell’umile.

TRE GIORNI DI AGONIA

Quando verso l’estate del 1866 scoppiò una furiosa epidemia in Genova, non recò meraviglia, ma solo profonda commozione, il sapere che il “Padre santo” aveva offerto al Signore la sua vita in olocausto, onde far cessare il flagello che aveva colpito la sua città diletta.  Era la suprema prova di amore che il laico cappuccino offriva ai suoi fratelli sofferenti, prova accettata da Dio il 17 settembre 1866, dopo tre giorni di agonia e sofferenza.

LA LEZIONE DI FRANCESCO

Ecco una sua storica frase, che amava ripetere a chi incontrava: "La volontà di Dio è sempre giusta, sempre santa, sempre amorosa e paterna con noi. Val più un'ora di patire che cento anni di delizie. Silenzio, mortificazione, preghiera, per aver pace col Signore, pace con noi, pace con tutto il mondo".

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