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Frati Assisi: combattere la povertà, impegno doveroso per tutti.

Antonio Tarallo pixabay.com
Pubblicato il 16-10-2019

Era il 17 ottobre del 1987, quando all’appello di Padre Joseph Wresinski - fondatore del Movimento Atd-Quarto Mondo - ben centomila persone risposero riunendosi sul sagrato “delle libertà e dei diritti dell’uomo” del Trocadero a Parigi. Con questa manifestazione si voleva rendere omaggio alle vittime della fame, della violenza e dell’ignoranza. Era una chiara affermazione da parte di questi "uomini e donne di buona volontà" del loro rifiuto alla miseria nel Mondo. Proprio in questa occasione, venne scoperta una lapide, nel luogo in cui nel lontano 1948, era stata firmata la "Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo". Questa, l'origine della "Giornata mondiale del rifiuto della miseria".

"Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro". Queste sono parole di padre Wresinski che racchiudono tutto il senso di questa giornata. E'chiara la condanna della povertà, è chiaro "il sogno" di combattere la miseria. Sogno, a cui tutti siamo chiamati. Le parole di padre Wresinki ci inducono a una riflessione, forse anche semplice, ma non per questo priva di forza. Forse, il mondo di oggi ci sta abituando a una sorta di cicliche "stranezze", o riflessioni contorte che poi, alla fine si ripiegano su sé stesse. E, allora, con semplicità francescana vogliamo soffermarci su un unico dato: non ci potrà mai essere progresso sociale, economico, culturale, dove è presente la miseria.

Vengono così in mente le riflessioni di una delle Encicliche sociali più importanti che la Chiesa ci ha donato. E' la Popolorum Progressio, del 1967. Papa Paolo VI, scrive, con lucida fermezza:

"Essere affrancati dalla miseria, garantire in maniera più sicura la propria sussistenza, la salute, una occupazione stabile; una partecipazione più piena alle responsabilità, al di fuori da ogni oppressione, al riparo da situazioni che offendono la loro dignità di uomini; godere di una maggiore istruzione; in una parola, fare conoscere e avere di più, per essere di più: ecco l’aspirazione degli uomini di oggi, mentre un gran numero d’essi è condannato a vivere in condizioni che rendono illusorio tale legittimo desiderio".

Sembrano, davvero, parole scritte nell'Oggi.

La strada percossa dall'Ordine francescano - in merito alla lotta contro la povertà - è quella del Vangelo, "sic et sempliciter". Da sempre, da quel momento in cui un giovane "folle" decise di cambiare radicalmente vita per seguire Cristo, e la sue parole:

"Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me".

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