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Conoscete la storia delle mummie dei Cappuccini a Palermo

Redazione online Aleteia
Pubblicato il 19-05-2017

A Palermo, nei sotterranei del Convento dei Cappuccini e dell’attigua Chiesa della Madonna della Pace, si contano oltre ottomila scheletri e corpi mummificati, tra nicchie, casse e urne trasparenti. Furono tutti deposti tra il 1599 e il 1880 e appartengono a ricchi palermitani, professionisti, donne ed ecclesiastici.

Le due strutture, che si trovano nel quartiere Cuba, risalgono entrambe al XVI secolo, benché edificate su strutture precedenti. Il suo vasto e macabro cimitero è spunto di riflessione sull’inutilità dei beni e degli addobbi estetici, sulla caducità della vita e sulle vanità terrene. Perché l’esistenza è troppo breve per rincorrere labilità ed evanescenze.

Le gallerie risalgono alla fine del ‘500 e le salme qui presenti non sono mai state inventariate. Le mummie, che spesso conservano abiti ed accessori, sono divise per sesso e categoria sociale. Dato che il processo di imbalsamazione è una procedura costosa, la maggior parte dei cadaveri qui presenti appartengono ai ceti alti. Tra gli “ospiti”, ci sono bambini, prelati, commercianti, borghesi, ufficiali, giovani donne vergini vestite da sposa, gruppi famigliari affacciati a sottili ringhiere. E, ovviamente, tanti frati appartenenti all’ordine dei Cappuccini stessi.

I primi fondatori dei cappuccini furono Ludovico e Bernardino da Reggio; i Cappuccini arrivarono a Palermo intorno al 1534 e il loro ordine ebbe la protezione del Papa, da Clemente VII a Pio X. A loro venne affidata una cappella, la cui costruzione originaria fu modificata e ampliata grazie anche all’intervento di Don Ottavio d’Aragona, le cui spoglie riposano nel pavimento dinanzi alla Cappella del Crocifisso.

Il primo a essere stato inumato all’interno delle catacombe fu frate Silvestro da Gubbio il 16 ottobre del 1599. La sua salma è la prima sulla sinistra subito dopo l’ingresso. Tra le salme delle Catacombe dei Cappuccini è particolarmente nota quella di Rosalia Lombardo, detta la “Bella Addormentata”. Morta a soli due anni, una delle ultime persone a essere ammesse alla sepoltura nella cripta, per lei si usò un’operazione particolare: la bambina appare ancora oggi intatta, seppur solo per il volto, come se stesse dormendo.

Oltre alle mummie e ai corpi, vi sono imponenti monumenti sepolcrali, tra cui il più grande è quello di Giuseppe Grimau, morto nel 1755. (www.siviaggia.it)

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