religione

Ragusa riscopre i tesori nascosti dell'antico Convento di San Francesco

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 13-10-2018

Un luogo non molto conosciuto, ricco di tesori e che con l'impegno di un sacerdote Frati finalmente viene portato "alla luce". E' il convento di San Francesco d'Assisi a Ragusa (con annessa la parrocchia) un luogo che rispecchia e identifica l'identità della città siciliana.

Per rinsaldare questo legame è iniziata da parte del custode del convento una vera e propria "campagna di comunicazioneùùù".

LA MOSTRA

Durante i recenti festeggiamenti in onore di San Francesco d’Assisi, è stata allestita una mostra di paramenti sacri risalenti ai secoli scorsi, conopei (le coperture in tessuto dei tabernacoli), ostensori, calici, antichi testi sacri, stendardi processionali ed altro ancora. I visitatori hanno ammirato anche alcuni spazi dell’antico convento, con una cella dei frati che è stata riportata al suo aspetto originario.

IL BED AND BREAKFAST

Nel convento ci sono ancora quadri, statuette, candelabri, libri risalenti ai secoli scorsi (in alcuni casi anche al Cinquecento e al Seicento) che si vogliono recuperare e offrire alla fruizione di tutti.

Ma, come spiega www.insiemeragusa.it, ci sono anche un’ala del convento, le antiche catacombe, la cappelletta interna che attendono di essere riscoperte. Don Nicola, il parroco della Chiesa di San Francesco, ci sta pensando e si spinge anche a pensare a un museo stabile dell’Ottocento e del Novecento e a trasformare le 18 cellette dei frati in una sorta di bed and breakfast della spiritualità da aprire a chi vuole vivere qualche giorno di silenzio e di preghiera.

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IL 1810

Una storia, quella del convento e della chiesa, di due secoli.

Nel lontano 1810 il re Ferdinando IV concesse ai Padri Cappuccini un eremo, con una piccola chiesa, detto “delle Croci” (l’attuale edificio di culto) da adibire ad infermeria per i frati, che vivevano a quei tempi nella parte bassa della città, in  luoghi infetti e malarici a causa della vicinanza dell’Irminio.

L'INTUIZIONE DI PADRE SCOPETTA

Successivamente, su sollecitazione di padre Giambattista Occhipinti cappuccino, più noto come Padre Scopetta, l’eremo fu concesso come dimora ai francescani per soddisfare le necessità spirituali dei fedeli che risiedevano nella parte alta della città e la piccola Chiesa, preesistente, fu ceduta dal Vescovo di Siracusa all’Ordine dei Cappuccini a condizione che ogni anno il Superiore del Convento offrisse “una candela di cera dal peso di cento libbra” come tassa simbolica (era l’anno 1825).

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L'ULTIMO FRATE

La parrocchia è stata sempre gestita dai Frati Cappuccini, fino al 1993, quando l’ultimo parroco cappuccino Padre Leonardo Ciavola per sopraggiunti  gravi motivi di salute fu costretto a lasciare il Convento, e la Parrocchia passò alla cura pastorale del Clero diocesano


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