fede

Le encicliche rivoluzionare di Francesco

Redazione ilcattolico.it
Pubblicato il 12-03-2019

La «Laudato si’» prova a suggerire a chi governa il mondo alcune linee di azione per tutelare il pianeta

Nel corso dei suoi sei anni di pontificato, Francesco ha scelto per due volte di affidare il proprio pensiero su materie dottrinali, morali o sociali alle encicliche, lettere pastorali rivolte dal Papa ai vescovi cattolici e, tramite essi, a tutti i fedeli (il termine viene dal latino encyclia, che significa “generale” o “circolare”). La prima è stata “Lumen fidei” (luce della fede) e fu pubblicata il 29 giugno del 2013 in occasione dell’anno della fede: il testo era stato iniziato da Benedetto XVI durante il suo pontificato ed è stato poi completato e firmato da Jorge Mario Bergoglio, suo successore in Vaticano.

La lettera affronta il tema della fede in tutte le sue sfaccettature ed è una sorta di continuazione delle due precedenti encicliche di Benedetto XVI (“Deus caritas est” e “Spe salvi”), andando così a completare una trilogia sulle virtù teologali dopo i testi dedicati, appunto, a carità e speranza. La lettera a vescovi e fedeli, dopo l’introduzione e i quattro capitoli dedicati alla fede, si conclude con una preghiera rivolta a Maria, vero modello da seguire per ogni credente.

La seconda enciclica, la prima scritta interamente da Francesco, è invece “Laudato si’”: il titolo è un chiaro riferimento alla frase ripetuta da San Francesco da Assisi nel Cantico delle creature per ringraziare il Signore per le meraviglie della natura. Il testo fu scritto da Papa Francesco nel suo terzo anno di pontificato e, benché datato 24 maggio 2015, fu reso pubblico solo il successivo 18 giugno. Il tema cardine di questa seconda enciclica è il rispetto per l’ambiente, tanto che, proprio in occasione della sua presentazione, il Santo Padre la giornata mondiale di preghiera per la cura del creato.

Il testo, proprio per l’attualità e l’importanza di una tematica come l’ecologia, ha avuto un ampio risalto nell’opinione pubblica, non solo in ambito cattolico. Si leva forte, dalle righe della lettera, il messaggio ecologista del Papa, che passa attraverso il rifiuto dei potenti e dell’indifferenza e la lotta all’inquinamento, alla povertà e alle iniquità. Francesco si schiera chiaramente contro la privatizzazione di un bene vitale come l’acqua e pratiche quali la vivisezione e la coltivazione di cereali transgenici, oltre che in difesa della biodiversità. Francesco, in “Laudato si’”, non si limita a tracciare un quadro dei mali di cui soffre la Terra o a esporre dei principi teorici, ma prova anche a suggerire a chi governa il mondo alcune linee di azione per salvaguardare il pianeta.

Un testo, dunque, in linea con l’azione del suo pontificato, costantemente calato nelle problematiche e le sfide che l’umanità si trova ad affrontare. Oltre alle lettere encicliche, Papa Francesco ha prodotto anche diverse esortazioni apostoliche. È lo spirito della gioia che il Pontefice ha scelto di mettere in apertura della sua ultima Esortazione apostolica, dell’aprile 2018. Il titolo “Gaudete et exsultate”, “Rallegratevi ed esultate”, ripete le parole che Gesù rivolge «a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua». Nei cinque capitoli e le 44 pagine del documento, il Papa segue il filo del suo magistero più sentito, la Chiesa prossima alla «carne di Cristo sofferente».

Prima di mostrare cosa fare per diventare santi, Francesco si sofferma nel primo capitolo sulla «chiamata alla santità» e rassicura: c’è una via di perfezione per ognuno e non ha senso scoraggiarsi contemplando «modelli di santità che appaiono irraggiungibili» o cercando «di imitare qualcosa che non è stato pensato» per noi. «I santi che sono già al cospetto di Dio ci “incoraggiano e ci accompagnano», afferma il Papa. Ma, soggiunge, la santità cui Dio chiama a crescere è quella dei «piccoli gesti» quotidiani, tante volte testimoniati «da quelli che vivono vicino a noi, la classe media della santità»

Avvenire

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