religione

I papi e Napoli. Da Pio IX a Papa Benedetto XVI

Antonio Tarallo Freepik
Pubblicato il 21-06-2019

La città – per antonomasia – “del sole” ha un legame antico con i pontefici. Papa Francesco, oggi è a Napoli, ma la sequela dei pontefici che hanno visto il mare del Golfo è abbastanza ricca. Il tutto, inizia, con Papa Mastai Ferretti, Pio IX, per poi passare al pontificato di Giovanni Paolo II, che ha fatto visita alla capitale partenopea per ben tre volte. Ultimo pontefice, papa Benedetto XVI. E, oggi, Papa Bergoglio.

Pio IX è stato l’apri pista di queste visite, dicevamo. Era il novembre 1848, quando Papa Mastai Ferretti, per sfuggire dalle ripercussioni dovute alla proclamazione della Repubblica Romana, giunse a Gaeta. Qui fu accolto da Ferdinando II di Borbone, re del Regno delle Due Sicilie. Nel settembre dell’anno successivo,  il 1849, il papa fu invitato dal sovrano, a Napoli. Era il 16 settembre 1849. Una “fotografia d’epoca”, così potremmo definirla, è il dipinto (oggi esposto nel museo della Certosa di San Martino) che raffigura l’istante in cui Pio IX, affacciato alla loggia principale del Palazzo Reale di Napoli, impartisce la solenne benedizione alla folla di fedeli accorsi per l’occasione in quella che sarà poi denominata “Piazza del Plebiscito”.  Sempre in quella occasione, visitò le officine delle ferrovie, a Pietrarsa, passando per Portici. Fu a Capua che Pio IX scrisse l’enciclica “Ubi Primum”: snodo importante per poi la promulgazione del Dogma dell’Immacolata Concezione. La “Ubi Primum”, era stata scritta  per chiedere all’episcopato di conoscere il pensiero dei fedeli riguardo proprio l’Immacolato Concepimento di Maria.

Papa Giovanni Paolo II visitò la città del Vesuvio per ben tre volte. Anno 1979, 21 ottobre, a quasi un anno dalla sua elezione a pontefice. Papa Wojtyla giunge a Piazza Trento e Triste, tra cori di festa e canzoni partenopee, in pieno stile partenopeo. Così papa Giovanni Paolo II descrive Napoli: “Napoli è una città ricca di storia, che spazia per circa tre millenni, fin dagli albori della civiltà greca all’inserimento fecondo e ormai più che secolare nella unificata compagine della Nazione italiana; è città ricca di vita, che pulsa ardente e vigorosa nell’intelligenza, nel dinamismo e nella ben nota, solare inventiva dei suoi figli; è città agitata da profonde speranze verso un avvenire pacifico, rispondente ai postulati fondamentali della giustizia e della dignità dell’uomo”. Papa Wojtyla tornerà a Napoli altre due volte, il 25 Novembre 1980, due giorni dopo il terremoto in Irpinia, e poi nel novembre 1990. In questa occasione sarà una vera e propria visita pastorale durata ben quattro giorni. Dal 9 al 13 Novembre, il pontefice polacco sarà vicino al popolo napoletano.  In quell’occasione Papa Giovanni Paolo II visitò diversi luoghi: il Quartiere di Scampia, lo Stadio San Paolo per l’incontro con i giovani campani, Capodimonte ,il Carcere di Poggioreale, il Teatro San Carlo e lo Stabilimento Ansaldo Trasporti di Napoli per essere vicino al mondo del lavoro. Sabato 10 novembre, lo stadio di San Paolo, vede un altro Maradona a fare goal: è il pontefice polacco che cattura subito la simpatia di tanti giovani. Ecco le parole che Giovanni Paolo II pronunciò in quella occasione: “Grazie per la vostra accoglienza; grazie per il calore della vostra simpatia, tipica del vostro temperamento. Ho l’impressione che tra noi si sia stabilita subito un’intesa cordiale, una reciproca, immediata sintonia spirituale. Sì, sono veramente lieto di incontrarvi. È grande, infatti, il desiderio di ascoltarvi, di pregare con voi, di condividere con voi, che rappresentate il mondo giovanile di Napoli, i sentimenti che la Chiesa nutre nei vostri confronti. (…) Non scoraggiatevi, non lasciatevi abbattere, non rifugiatevi nell’alibi del vittimismo, che sarebbe la peggiore risposta all’alibi del pregiudizio non sempre disinteressato sui mali di Napoli e del Mezzogiorno. Non cedete alla tentazione del campanilismo meschino, voi che per impegno, umanità e cultura avete una quasi naturale vocazione alla cittadinanza universale”.

Precisamente diciassette anni dopo, papa Benedetto XVI – era il 21 Ottobre 2007 –si reca a Napoli. L’occasione è fornita dal XXI Meeting Internazionale sulle Religioni, dal titolo “Per un mondo senza violenza – Religioni e culture in dialogo”. Nell’omelia della messa in Piazza Plebiscito, Benedetto XVI pronunciò queste parole, andando con i ricordi alla precedente visita di Giovanni Paolo II, e nominando il santo patrono della città, San Gennaro: “L’amato Papa Giovanni Paolo II visitò Napoli la prima volta nel 1979: era, come oggi, la domenica 21 ottobre! La seconda volta venne nel novembre del 1990: una visita che promosse la rinascita della speranza. La missione della Chiesa è nutrire sempre la fede e la speranza del popolo cristiano. Questo sta facendo con zelo apostolico anche il vostro Arcivescovo, che di recente ha scritto una Lettera pastorale dal titolo significativo: "Il sangue e la speranza". Sì, la vera speranza nasce solo dal sangue di Cristo e da quello versato per Lui. C’è sangue che è segno di morte; ma c’è sangue che esprime amore e vita: il sangue di Gesù e dei Martiri, come quello del vostro amato Patrono san Gennaro, è sorgente di vita nuova”.


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