Papa contro superbomba Usa: "L'hanno chiamata madre, mi sono vergognato". E critica Macron-Le Pen

Redazione Ansa
Pubblicato il 06-05-2017

ROMA - Una frecciata a Donald Trump, una ai candidati francesi Marine Le Pen ed Emmanuel Macron. Papa Francesco non li nomina esplicitamente, ma i riferimenti sono chiarissimi, nel discorso pronunciato davanti ai ragazzi delle 'Scuole della pace' ricevuti in mattinata nell'aula Paolo VI del Vaticano. Bergoglio parla di "cultura della distruzione" e torna sulla superbomba sganciata dagli Stati Uniti in Afghanistan: "Mi sono vergognato del nome di una bomba, l'hanno chiamata 'la madre di tutte le bombe', ma guarda - aggiunge il pontefice - la mamma dà la vita e questa dà la morte, e diciamo 'mamma' a quell'apparecchio, che cosa sta succedendo?". L'espressione che ha turbato il Papa deriva dall'acronimo "Moab", che tecnicamente significa "Massive ordnance air blast bomb", ma negli ambienti militari Usa è stato ricodificato in modo informale come "Mother of all bombs", madre di tutte le bombe. "Il mondo è in guerra - commenta ora Bergoglio - si bombarda e se ci sono sotto malati, bambini, questo non importa: va la bomba. A un certo punto non so cosa è successo: si distrugge tanto". Un aspetto sul quale si potrebbe tornare nell'incontro faccia a a faccia che il Papa e il presidente Usa avranno il 24 maggio e che arriverà dopo una serie di messaggi taglienti lanciati nei confronti dell'attuale inquilino della Casa Bianca, sin dai tempi della campagna elettorale, quando Francesco sottolineò che "non è da cristiani costruire muri". Stavolta lo spunto arriva dalla domanda di un ragazzo sui conflitti in corso nel mondo. E il Papa rispondendogli afferma: "Certo non è una novità: è cominciata dall'inzio, con la gelosia di Caino, che suo fratello Abele lo ha distrutto col coltello lo ha ammazzato. Ma oggi c'è tanta crudeltà, oggi la vediamo nella tv, tutti i giorni. Oggi abbiamo visto sgozzare i bambini". E alla televisione il Papa si riferisce anche quando parla del "terrorismo delle chiacchiere": "L'educazione - dice - oggi non educa a queste virtù della mitezza, della pace, della tranquillità".

In questo senso un esempio negativo, secondo Bergoglio, è quello arrivato dalla Francia, dove è in corso la sfida per le presidenziali. Mercoledì scorso, nel confronto televisivo tra Macron e Le Pen si è sfiorata la rissa. "Non lo dico come Papa - commenta Francesco - lo dico a voi, ma mi hanno raccontato cosa è successo in un dialogo televisivo preelettorale, si buttavano pietre, non si lasciava finire l'altro, a un livello così alto si arriva a non saper dialogare. La sfida a educare al dialogo è sfida molto grande, e tocca a voi, è più facile chiacchierare distruggere, invece no ascoltare, con mitezza, con rispetto". Un richiamo che arriva alla vigilia del ballottaggio transalpino, dopo che il pontefice, nel viaggio di ritorno dall'Egitto, aveva evitato giudizi sui contendenti: "Dei due candidati francesi non so la storia, non so da dove vengono, so che una è una rappresentante della destra, ma l'altro non so da dove viene e per questo non so dare un'opinione". Al Papa oggi i ragazzi chiedono un'analisi delle responsabilità dei politici davanti agli squilibri del mondo: "Perché sembrano alzare le mani e non fare niente? Perché sono così deboli?". E Bergoglio replica: "Non possono fare niente perché il mondo si è sistemato in un modo cattivo. Dio ha creato il mondo e ha messo al centro l'uomo e la donna e oggi il mondo va avanti con l'uomo e la donna, non al centro. Al centro oggi è il dio denaro, sono i soldi e non si può fare nulla perché sono gli affari". Poi sottolinea che lo sfruttamento è "peccato mortale": "Bambini operai che lavorano da 7, 8, 9 anni senza istruzione. Il traffico delle persone nel lavoro dove la gente viene pagata 2 lire per mezza giornata di lavoro. Ma ciò avviene anche qui in Europa, in Italia. Qui - aggiunge - si sfruttano le persone quando vengono pagate in nero, quando ti fanno il contratto di lavoro da settembre a maggio e poi due mesi senza, così non c'è continuità e poi si ricomincia a settembre". (Repubblica)

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