FRANCESCANESIMO, CURIOSITA': L'ABITO, IL TAU E IL CINGOLO
Il Santo si confeziona da sé una veste che riproduce l'immagine della croce, per tenere lontane tutte le seduzioni del demonio
L’origine dell’abito francescano
San Francesco è una sorta di stilista... Lui stesso infatti si confeziona un abito che rappresenta anche esteriormente la sua scelta di vita. Il Poverello di Assisi infatti, dopo la sua conversione e la decisione di vivere radicalmente il Vangelo, dicono le cronache che "si confeziona da sé una veste che riproduce l'immagine della croce, per tenere lontane tutte le seduzioni del demonio, la fa ruvidissima per crocifiggere la carne e tutti i suoi vizi e peccati, e talmente povera e grossolana da rendere impossibile l'invidiargliela" (FF.1432).
I frati seguirono dunque il suo esempio e ben presto si distinsero e identificarono proprio per questa veste fatta a forma di croce e un cingolo ai fianchi.
Il grigio è il colore originario, poiché per confezionare la tonaca si tesseva della lana grezza (non tinta), alla maniera più semplice e povera, il colore appariva di un cenerino, con varie tonalità ora più chiare ora più scure (in base alla lana che si aveva a disposizione).
Con Napoleone, e le varie soppressioni (la confisca di tutti i conventi e il divieto di vivere da frati), in Europa i Frati Conventuali riuscirono in qualche modo a sopravvivere (spesso in tacito accordo con le autorità locali) e a restare in qualche loro chiesa tingendo la Tonaca di nero (il colore della talare dei preti diocesani che soli potevano operare e fare pastorale).
Anche il più comune e riconoscibile abito marrone (dei frati Minori e dei Cappuccini), in realtà ha pure una storia recente. Per i Frati Minori infatti il passaggio dal cenerino al marrone, iniziato in Francia nella seconda metà dell'Ottocento, verrà prescritto ufficialmente solo a fine Ottocento con l'Unione Leoniana che radunerà sotto la dicitura di Ordine dei Frati Minori (1897); mentre i Cappuccini già lo avevano adottato da tempo.
La Storia del cingolo Frate Tommaso da Celano, primo biografo di san Francesco, ci dice come il Santo, dopo la sua conversione e in seguito alla rinuncia di tutti i beni paterni (con la sua famosa spoliazione davanti al Vescovo), avesse iniziato per la verità a vestirsi alla maniera degli eremiti, “con una cintura di cuoio, un bastone in mano e sandali ai piedi” (Fonti Francescane 355). Ma un giorno avvenne un fatto che lo portò a fare una scelta diversa: ad abbandonare bastone e sandali e cingersi i fianchi con una semplice corda annodata!
Ecco cosa successe: Ma un giorno … in cui in questa chiesa si leggeva il brano del Vangelo relativo al mandato affidato agli Apostoli di predicare, il Santo, che ne aveva intuito solo il senso generale, dopo la Messa, pregò il sacerdote di spiegargli il passo. Il sacerdote glielo commentò punto per punto, e Francesco, udendo che i discepoli di Cristo non devono possedere né oro, né argento, né denaro, né portare bisaccia, né pane, né bastone per via, né avere calzari, né due tonache, né cintura, ma soltanto predicare il Regno di Dio e la penitenza, subito, esultante di spirito Santo, esclamò: «Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore! ».
S'affretta allora il padre santo, tutto pieno di gioia, a realizzare il salutare ammonimento; non sopporta indugio alcuno a mettere in pratica fedelmente quanto ha sentito: si scioglie dai piedi i calzari, abbandona il suo bastone, si accontenta di una sola tunica, sostituisce la sua cintura con una corda. Da quell'istante confeziona per sé una veste che riproduce l'immagine della croce, per tener lontane tutte le seduzioni del demonio; la fa ruvidissima, per crocifiggere la carne e tutti i suoi vizi e peccati, e talmente povera e grossolana da rendere impossibile al mondo invidiargliela! (FF 356)
I tre nodi che significato hanno?
Significano l’impegno che abbiamo assunto, cioè vivere in obbedienza, castità e senza nulla di proprio. Non parliamo di povertà ma “senza nulla di proprio” che significa mettere in discussione le proprie idee e posizioni per andare verso l’altro. È la sottomissione che chiedeva Francesco: l’altro si conquista facendosi piccoli e con intelligenza ci si avvicina. Un modo per non avere paura o metterne.
Cosa è il Tau? È il segno di riconoscimento del cristiano, cioè del figlio di Dio, del figlio scampato dal pericolo, del salvato. È un segno di potente protezione contro il male.
È l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico. È simbolo della dignità dei figli di Dio, perché è la Croce che ha sorretto Cristo.
Quindi il Tau, che ha alle sue spalle una solida tradizione biblico-cristiana, fu accolto da Francesco nel suo valore spirituale e san Francesco se ne impossessò in maniera così intensa e totale sino a diventare lui stesso, attraverso le stimmate nella sua carne, al termine dei suoi giorni, quel Tau vivente che egli aveva così spesso contemplato, disegnato, ma soprattutto amato.
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