fede

Pace e bene a tutti

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il tradizionale saluto di "pace e bene" noto all'esperienza francescana, trova la sua ragione di contatto con la spiritualità ebraica nell'unico campo che le due spiritualità possono e devono logicamente condividere, ossia la spiritualità biblica. A ben verificare - infatti - molti restano delusi nello scoprire che il tanto amato "pax et bonum" (pace e bene) non è tipico dell'esperienza del santo di Assisi. Nei sui scritti e nella biografie a lui dedicate non compare questo tipo di saluto o augurio di sua penna o sulle sue labbra. E' un'altra fonte, molto più tardiva, la Leggenda dei tre compagni, a ricordare un episodio davvero curioso: un ignoto cittadino di Assisi, molto tempo prima che Francesco vivesse la conversione, girava per la città e i borghi con il saluto di "pace e bene": la saggezza antica e i soliti canoni agiografici medievali videro in tale misterioso annunciatore quasi un precursore di Francesco, mettendo in parallelo così l'esperienza di Giovanni il battezzatore e Gesù Cristo.

Solamente dal XV secolo comincia a diffondersi in ambiente francescanao questo genere di saluto... che verrà reso popolarissimo in Italia dal famoso predicatore televisivo fr. Mariano da Torino che negli anni cinquanta della tv in bianco e nero esordiva con questo gioioso saluto "Pace e bene a tutti"! all'inizio delle sue catechesi televisive.

Chiarito l'eventule equivoco, resta da considerare comunque come il binomio 'pace' e 'bene' fosse davvero caro a Francesco, declinandolo però in modalità diverse. La pace era dono del risorto da portare ovunque si andava secondo il dettato evangelico lucano: Pace a questa casa!... Il Signore vi dia pace... nell'intento di collegare un incontro o una sosta con la presenza del Risorto. Persino nel suo Testamento Francesco ama ricordare con precisione questa scoperta e modalità di saluto.

Circa il 'bene' esso è riferito ovviamente a Dio perché Dio è Bene e da lui proviene ogni bene. numerose sono le espressioni di questo tipo che troviamo negli scritti di Francesco desunte molto spesso dalla spiritualità del libro dei Salmi ben noto alla preghiera dell'assisiate. Appassionato della Parola di Dio, Francesco pertanto rielabora con la sua solita maestria e originale spiritulità i termi di 'pace' e di 'bene' anche se non associandoli in modo diretto e concreto... tranne che in un caso emblematico e curioso!

Nella Chartula conservata ad Assisi Francesco scrive di suo pugno nella piccola pergamena prima le Lodi di Dio Altissimo (dopo l'esperienza delle stimmate), e poi nell'altro lato la Benedizione a frate Leone (sollecitata dal medesimo frate in un momento di afflizione spirituale). In un unico oggetto preziosissimo e caro alla tradizione francescana - oggi reliquia - convivono e combaciano le due prospettive: "la pace", nella sua tradizione biblica (la benedizione a frate Leone di fatto è la benedizione di Aronne riportata nel Libro dei Numeri 6,22-27 : "Il Signore rivolga il suo sguardo su di te e ti dia pace!"; "il bene", quando nella dirompente e fontale elencazione di "tu sei... tu sei..." delle Lodi di Dio Altussimo troviamo la confessione di Francesco rivota a Dio: "Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene!".

Miglior "sigillo" autentico di Francesco sulle due diensioni di "pace" e di "bene" non si poteva desiderare!

p. Andrea Vaona

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