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Un francescano sotto le bombe di Aleppo: la missione di Frate Ibrahim

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 30-11--0001

Domenica 30 ottobre ore 17.00, Firenze, Convento di Monte alle Croci. Un incontro per ascoltare la testimonianza di frate Ibrahim, parroco della comunità latina di Aleppo.

Al termine cena con “pizzata di solidarietà pro Siria”, promossa, come l'evento, dai Frati Minori della Toscana.

"SIGNORE, SENZA DI TE E' IMPOSSIBILE"

Fra Ibrahim Alsabagh è nato a Damasco, dopo gli studi a Roma è tornato in Siria per stare con la sua gente.

A Pro Terra Sancta raccontava cosa lo spinge oggi a restare in una delle città più pericolose del mondo, al centro di una sanguinosa guerra civile. «La prima cosa è la volontà di Dio, per come l’ho percepita nella mia vita. Una volta ho fatto un patto con il Signore, quando lui mi chiedeva chiaramente di seguirLo. Io gli ho detto: “Signore, la vita con te è abbastanza difficile, ma senza  di te è impossibile. Non ce la faccio a vivere lontano da te”».

PRONTO AD OGNI MISSIONE

Poi, ricorda frate Ibrahim, «quando ho percepito la vocazione di curare gli altri, le famiglie, come sacerdote gli ho chiesto di stare lui al mio posto nella famiglia. Questa cosa mi è accaduta quando avevo 19 anni, ma è un fatto che tengo sempre presente nel mio cuore. Curare la sua famiglia, la sua gente: questa è la sua volontà, e per questo sono pronto, con tutta tranquillità, ad andare in qualsiasi posto, dove sento che sono mandato da Lui».

"NON HO AVUTO PAURA"

Così quando gli hanno detto di andare ad Aleppo «non ho avuto paura, pur avendo chiaro che avrei portato una croce pesante stando qui, per le condizioni di vita; ma avevo in mente il patto fatto con il Signore, e quindi per amore vado dritto per questa strada in tutta tranquillità».

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