editoriale

IL PERDONO DI SAN FRANCESCO E LA SVOLTA SULL'ABORTO DI PAPA FRANCESCO

Enzo Fortunato
Pubblicato il 30-11--0001

Bergoglio attinge anche dal cuore del francescanesimo dove troviamo, con la lettera ad un ministro di San Francesco, uno dei capisaldi della letteratura spirituale di sempre

Per capire Papa Francesco bisogna leggere la sua conversazione con Andrea Tornielli "Il nome di Dio è Misericordia"  dove rispondendo  ad una citazione legata al romanzo di Bruce Marshhall: Il soldato aveva confessato la sua passione per le donne e le tante avventure amorose che aveva avuto. L'abate aveva spiegato che doveva pentirsi. E lui: "Come faccio a pentirmi? Era una cosa che mi piaceva, se ne avessi l'occasione lo farei anche adesso. Come faccio a pentirmi?". Allora all'abate Gaston, che voleva assolvere quel penitente ormai in punto di morte, era venuto un lampo di genio e aveva detto: "Ma a te rincresce che non ti rincresca?". E il giovane, spontaneamente, aveva risposto: "Sì, mi rincresce che non mi rincresca". Cioè mi spiace di non essere pentito. La fessura sulla porta che aveva permesso l'assoluzione... Bergoglio risponde: "E' vero, è così". 

Ciò mette in luce il desiderio di una chiesa in uscita, che perdona. Molti oggi si stanno "scandalizzando" per le parole del Santo Padre sull'aborto basta leggere i quotidiani e i commenti sulle pagine facebook. Sembra un tifo da stadio. E pensare che proprio Papa Francesco pochi giorni fa aveva detto "la Chiesa non è una squadra che cerca tifosi" ma propone il cuore della misericordia.

Nella storia della chiesa, il perdono è il cuore del Vangelo, basti pensare ad alcuni episodi della vita di Gesù: "lei mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli... Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco"; ma anche quando Pietro gli chiese: "Signore, quante volte dovrò perdonare a mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". E Gesù: "Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette" un sempre biblico; o quando Cristo sulla croce proclama il più grande atto di assoluzione: "perdona loro perché non sanno quello che fanno".

Se da vivo Gesù 'scandalizzò' col perdono, da risorto affida il messaggio più rivoluzionario che ci sia a colei che fu la più grande peccatrice della storia evangelica, Maria Maddalena, dicendole "va' dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro".

Non ho timore a dire che Bergoglio attinge anche dal cuore del francescanesimo dove troviamo, con la lettera ad un ministro di San Francesco, uno dei capisaldi della letteratura spirituale di sempre: "che non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attrarlo al Signore; ed abbi sempre misericordia per tali fratelli".

Sono tre passaggi che rivelano come non bisogna arrendersi, ma che il perdono va continuamente proposto e riproposto. Ecco perché dinanzi all'affermazione del Papa: "perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d'ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto. Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l'aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente... non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito" io non mi scandalizzo anzi dico: era ora.

Nelle parole del Francesco vi è tutta l'intensità di un Padre che vuole riabbracciare i propri figli. Ve lo dice chi raccoglie nelle proprie mani il pentimento forte di genitori che vivono con sofferenza il dramma dell'aborto, il dramma di aver stroncato la vita del proprio figlio. Pubblicato su 'Huffington Post'

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