San Francesco e l'Islam, l'incontro con il Sultano d'Egitto
Uno dei più straordinari gesti di pace
nella storia del dialogo tra Islam e Cristianesimo,
è rappresentato dall'incontro
tra Francesco d'Assisi e il Sultano di
Egitto Malik al Kamil. Quello storico
colloquio, avvenuto a Damietta, a pochi
chilometri di distanza dal Cairo, è
ancora oggi così significativo e attuale
per le sue conseguenze nel dialogo
interreligioso e per la pace mondiale,
tanto da rimanere, pur a distanza di
molti secoli, l'avvenimento esclusivo
che indica la rotta da cui partire nella
ricerca di intesa e armonia tra Oriente
e Occidente. Un libro di padre Gwenolè
Jeusset, componente della Fraternità
internazionale di Istanbul per il
dialogo interreligioso e presidente della
Commissione internazionale francescana
per le relazioni con i musulmani
(San Francesco e l'Islam: l'attualità di un
incontro possibile, Ed. Terra Santa, 48
pagine) ci aiuta a meglio conoscere e
comprendere la forza di quell'evento
avvenuto sulle rive del Nilo.
Francesco
d'Assisi voleva andare a tutti i costi tra i
musulmani, tanto che per tre volte fece
i suoi tentativi, senza scoraggiarsi dei
fallimenti. Il terzo tentativo fu quello
buono per l'incontro con Malek al-
Kamel. Il sultano trova gran piacere
ad ascoltare Francesco, quello strano
monaco venuto dall'Italia. Siamo nel
settembre del 1219. Cortesia, rispetto e
dialogo, caratterizzano la conversazione
tra il sultano Malek al-Kamel e Francesco
d'Assisi. Purtroppo, sulle due rive
del Mediterraneo scorre l'odio. Ancora
oggi, come ben sappiamo, ostilità e inimicizia
resistono e prevalgono sul dialogo.
Per meglio inquadrare l'episodio
di Damietta, nel suo profondo significato storico e religioso, Gwenolè Jeusset,
nel suo libro, riferisce di un'altra
spedizione fatta dai frati minori verso
il Marocco. A differenza di Francesco,
però, quei frati minori non fanno altro
che proclamare la grandezza della loro
religione cristiana e insultare l'Islam e il
suo Profeta. Finiscono così con l'essere
arrestati e torturati. L'incontro di Damietta,
è un episodio senza martirio, al
contrario dei fatti accaduti a Marrakech,
dove la mentalità era dello scontro
di due sistemi.
Letto sette secoli dopo,
l'episodio di Marrakech è il vicolo cieco,
dice Jeusset, mentre Damietta è la
strada che apre gli orizzonti alla pace.
Per molto tempo il dialogo di pace di
Damietta, tra il sultano e Francesco, fu
però considerato come un fallimento.
Per molti, a quell'epoca, era meglio
tacere l'episodio di Damietta, considerato
poco glorioso. Francesco, con la
sua visione dell'evangelizzazione e nel
suo agire, si inserisce in tutta un'altra
logica e fi nisce addirittura col predire
ai crociati la sconfitta. A Damietta, il
Vangelo si incontrò con il Corano e il
Corano con il Vangelo. Francesco non
ebbe paura di Maometto e il Sultano
non ebbe paura di Cristo.
Francesco
non ragionava con i criteri ideologici
della cristianità del suo tempo e in
quel viaggio per conoscere da vicino
i musulmani, si è posto al di là della
frontiera chiesa-istituzione, situandosi
dentro la sensibilità religiosa del suo
interlocutore. Per il dialogo tra Islam e
Occidente cristiano si riparte dal Poverello
di Assisi.
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA