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PACO, I RAGAZZI POVERI DI BUENOS AIRES COME LUPI NEL BUIO

Redazione Valerio Bispuri - Contrasto
Pubblicato il 12-02-2018

‘Lomas de Zamora è una delle periferie di Buenos Aires più colpite dal paco. Ragazzini tra i dieci e i ventidue anni si muovono come lupi tra vicoli bui, la pelle consumata, magri, affamati, le labbra spaccate, lo sguardo fisso nel vuoto. Non ci sono regole o leggi, l’unico e il solo scopo è procurarsi quanti più “sassolini” possibili. La loro giornata inizia con la notte. Si svegliano quando cala il sole e comincia la caccia ai 50 pesos che costa una dose, a quei pochi secondi in cui si dimentica tutto e si inizia a morire. Il paco non guarda in faccia nessuno, anche la madre o i fratelli diventano merce di scambio per arrivare alla droga.

A Lomas, durante le notti della Salada (mercoledì e domenica), il più grande mercato illegale dell’America Latina, i ragazzi si aggirano tra la folla in preda all’inquietudine, cercano lo spazio, il tempo per sciogliere il sassolino bianco. La sensazione di onnipotenza e allo stesso tempo di nullità li rende padroni e schiavi. Il paco non lascia possibilità al pensiero: la ricerca per procurarselo è affannosa e continua. Ogni angolo di strada diventa un territorio, una sfida. I ragazzi-lupo di Lomas non hanno paura di morire, non sentono la sensazione della fame, del freddo. Strade polverose e buie, baracche una sopra l’altra, animali che si uniscono alla sporcizia, alla solitudine. Nella povertà estrema gli animali diventano parte del quotidiano: cani ridotti all’osso frugano nella spazzatura insieme a uomini disperati’.

Così Valerio Bispuri descrive Lomas de Zamora nel suo ultimo libro Paco, nome di una droga devastante a cui il photoreporter romano ha dedicato 14 anni della sua vita, raccontandone attraverso le immagini i volti, gli effetti, ma soprattutto il contesto umano e sociale.


In questo quartiere periferico tra i più vulnerabili di Buenos Aires, dove le famiglie colpite dalla povertà e vittime di emarginazione sociale provano ad andare avanti con i pochi mezzi che hanno a disposizione e senza nessun tipo di sostegno statale, è nato il Centro Comunitario Padre Reinaldo Conforti.


Tra le strade sterrate o semi-asfaltate e le case di mattoni a vista e lamiera c’è un piccolo edificio dalle pareti gialle, con tante mani colorate dipinte sulla facciata. Al centro di ogni palmo un cuore.

È qui che i volontari e le volontarie che animano le attività cercano di coinvolgere diversi settori della comunità per sviluppare e sostenere programmi di istruzione, formazione professionale e mutuo soccorso.


L’obiettivo di questa piccola organizzazione indipendente, che vive solo grazie a donazioni spontanee, è creare nella provincia di Buenos Aires una rete di solidarietà e sostegno alle frange di popolazione che si trovano in condizioni di emergenza sociale.

Lavorano nel quartiere e con il quartiere, con una piccola sede collocata proprio nel suo cuore più vulnerabile.


Sono tante e diverse le attività portate avanti nel corso degli anni. Il Centro coordina politiche di sviluppo locale, accoglie e offre aiuto i soggetti più vulnerabili. Possiede un servizio di sostegno sociale mirato a orientare le famiglie nella loro situazione di emergenza sociale. Si occupa della difesa, diffusione, sensibilizzazione e promozione dei diritti civili, sociali e politici. La sua mensa offre colazione, pranzo e merenda a più di cinquecento bambini e adulti in condizioni di povertà. Il Centro garantisce anche assistenza sanitaria di base (visite, vaccini, prevenzione), sostegno alle donne incinte e con bambini minori di 6 anni. Si impegna per la prevenzione contro l’uso delle droghe. Promuove l’accesso all’istruzione e alla formazione professionale per bambini, adolescenti e ragazzi. Organizza sostegno scolastico pomeridiano e corsi di informatica. Realizza diverse attività culturali e ricreative.


I volontari del Centro credono profondamente che nessuno meglio degli abitanti del quartiere sappia di cosa il quartiere ha bisogno. Per questo hanno creato uno spazio dove le persone possano incontrarsi e insieme organizzare attività che trasformino la loro realtà attraverso l’amore e l’impegno comune.

È possibile dare il proprio contributo alla vita e attività del centro, anche con piccole donazioni, sulla pagina web www.padreconforti.com.ar


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