LAMPADA PACE AD ANGELA MERKEL, GAMBETTI: UN DONO PER ALIMENTARE SPIRITO GOVERNANTI
Ambasciatore, consigliere, illustri ospiti, giornalisti a ciascuno di voi giunga il saluto di San Francesco “il signore vi dia pace”.
Ringrazio tutti coloro che si sono resi disponibili e, con il loro aiuto, hanno fatto sì che oggi possiamo ritrovarci a questa conferenza stampa per annunciare ufficialmente che il prossimo 12 maggio la cancelliera tedesca, Signora Angela Merkel, e il presidente della Repubblica della Colombia e premio Nobel per la pace, Juan Manuel Santos, saranno presenti ad Assisi. L’occasione sarà la consegna della Lamapada della pace alla Cancelliera per “la sua opera di conciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli”. Questa lampada riproduce quella che arde ininterrottamente di fronte alla tomba del Santo di Assisi, un simbolo di amore e riconciliazione per le divisioni che provocano sofferenza.
Un dono che auspichiamo alimenti lo spirito programmatico dei governanti volgendolo sempre più alla ricerca del bene comune, dello sviluppo e dei rapporti tra i popoli sulla base di principi quali la cura della casa comune, la condivisione e l’integrazione. Certamente, i governanti sono uomini e donne che si interrogano sul senso di quello che stanno facendo e sulla meta verso la quale ci stanno portando, sul futuro delle nostre nazioni e sul patrimonio dei valori che queste vorranno esprimere e che vorranno lasciare alla future generazioni.
Per questa ragione, quello di Assisi, sarà un riconoscimento e un motivo di riflessione e di confronto. Di riflessione, perché la Cancelliera sarà invitata a parlare da uno dei luoghi più cari alla cristianità, insieme al Presidente Santos che ricevette lo stesso riconoscimento l’anno precedente. Di confronto, perché ci saranno molti giovani ad ascoltarla e farle domande sulla loro Europa.
Un’Europa che, lo vediamo, ha ancora tanta strada da fare per giungere ad una possibile “unità plurale”. L’Europa deve confrontarsi con le luci e le ombre della sua storia e le difformità interne ed esterne, imparando ad accogliere l’altro e a superare le differenze – di provenienza, di estrazione sociale, di cultura, di pensiero – per vedere l’uomo che c’è dietro la diversità ed incontrarlo sul terreno del dialogo e del bene reciproco.
Le ragioni dell’incontro del 12 maggio non sono individuabili semplicemente nell’iniziativa del Sacro Convento che, all’interno del tema di quest’anno “differenze”, invita tutti a dialogare sul presente e sul futuro dell’Europa, ma le ragioni affondano le radici molto lontano nel tempo, nella lettera che San Francesco scrisse ai “Reggitori di popoli” dove dice loro: “Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Perciò vi prego con tutta la riverenza di cui sono capace, che a motivo delle cure e preoccupazioni di questo mondo, che voi avete, non vogliate dimenticare il Signore né deviare dai suoi comandamenti”.
Un atto ardito di Francesco, ricolmo di amore per i propri fratelli, un’esortazione ai governanti per ricordargli qual è il loro compito: mettersi al servizio della gente, della povera gente, senza dimenticarsi di essere fatti per Dio e senza allontanarsi dalle sane radici della nostra civiltà, sorta intorno ai capisaldi della dignità della persona umana, della libertà, della compassione per l’altro, della famiglia, del lavoro e del bene comune. Che san Francesco ci protegga e illumini il nostro cammino.
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