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IUS SOLI, UNA LEGGE DI CIVILTA'

Mario Scelzo Ansa - ANGELO CARCONI
Pubblicato il 10-10-2017

E’ opinione abbastanza diffusa nell’opinione pubblica che la questione dello Ius Soli sia una roba “da intellettuali di sinistra”, una noiosa questione accademica oggetto di discussione tra tediosi professori con la barba, non a caso i più accaniti nemici di questa legge invitano i promotori di questa legge ed il Governo ad occuparsi dei “veri problemi degli italiani”, come la disoccupazione, la povertà, l’immigrazione clandestina.

Il disegno di legge sullo Ius Soli – in sintesi estrema, la concessione della cittadinanza al termine di un ciclo completo di studi ai bambini stranieri nati e cresciuti in Italia - probabilmente anche a causa di questo “clima sociale”, era stato dirottato su un binario morto. Troppo forti le resistente del partito di Alfano, preoccupato, parole sue “di fare un favore alla Lega”, troppi i tentennamenti del Partito Democratico, diviso tra “dottrina Minniti” (lo Stato che mostra la sua faccia dura e legalitaria, più preoccupato a difendere i propri confini che a lavorare per l’integrazione) ed un sostegno al provvedimento più di facciata che concreto.

Eppure improvvisamente la partita sembra essersi riaperta, grazie alla mobilitazione degli insegnanti, allo sciopero della fame proposto dal Senatore Pd Luigi Manconi, ma anche grazie ad inaspettate prese di posizione a favore dello Ius Soli, come quella della “Velina Bionda” di Striscia la Notizia. Prima di entrare nello specifico delle forme della mobilitazione, vi anticipo che ritengo il sostegno della Velina Bionda quello più importante e, mi auguro, decisivo per l’approvazione dello Ius Soli, disegno di legge “benedetto” sia da Papa Francesco sia dalla Conferenza Episcopale Italiana.

La prima mobilitazione è stata quella degli insegnanti e del mondo della scuola, ovvero di coloro che ogni giorno già si confrontano con quello che definirei lo “Ius Soli de facto”, classi multietniche dove i figli degli immigrati apprendono la nostra lingua ma anche le nostre usanze, abitudini. Classi dove nell’intervallo i bambini nati in Egitto parlano con quelli nati a Roma o ad Assisi delle ultime prodezze di Dybala, Mertens, Dzeko, ascoltano nelle cuffiette l’ultimo singolo di Arisa o Emma Marrone, mentre le ragazze guardano su Instagram le ultime novità fashion by Chiara Ferragni.

Moltissimi professori hanno aderito all’appello lanciato dal maestro Franco Lorenzoni e dallo scrittore Eraldo Affinati ed hanno indossato il 3 Ottobre una coccarda tricolore, simbolo della campagna a favore dello Ius Soli. Segnalo l’adesione di Federica Patti, insegnante nonché Assessora all’Istruzione del Comune di Torino, che in contrasto con la linea del suo partito (il Movimento 5 Stelle) si è pubblicamente schierata a favore dello Ius Soli.

Successivamente, lo scorso 5 Ottobre, il Senatore Pd Luigi Manconi, noto attivista nel campo dei diritti umani, ha lanciato la proposta di uno sciopero della fame a staffetta per sollecitare il Parlamento alla discussione sullo Ius Soli. Giorno dopo giorno, aumentano le adesioni, bipartisan, a questa iniziativa: dal Viceministro degli Esteri Mario Giro alla intera Giunta Regionale del Piemonte, da Graziano Delrio al Priore di Bose Enzo Bianchi, da Walter Veltroni a Benedetto Della Vedova e tanti altri. Tutto questo mentre la rete dell’associazionismo prepara una grande manifestazione di piazza il prossimo 13 Ottobre davanti la Camera dei Deputati. Iniziative lodevoli ed importanti, eppure come dicevo ritengo la vera notizia a favore dello Ius Soli l’endorsment a favore della legge di Mikaela Neaze Silva, la “Velina Bionda” di Striscia la Notizia.

"Lo sciopero della fame? Un atto di coraggio, certo. Ma io scenderei in piazza... Per la battaglia dello ius soli servirebbe una bella manifestazione di piazza, e io ci andrei molto volentieri", ha dichiarato Mikaela, nata in Russia da padre angolano e madre afgana, ma dall’età di 6 anni residente nel quartiere di Castelletto, a Genova. Non è questo il luogo per discutere se sia un fenomeno positivo o meno, ma è un dato di fatto incontestabile che milioni di italiani non leggano i giornali, non siano particolarmente attenti alle notizie dei telegiornali, non siano veramente interessati ad approfondire le principali tematiche sociali.

Striscia la Notizia, piaccia o meno, è da anni uno dei programmi più visti della televisione italiana, è un prodotto che arriva in moltissime case degli italiani, probabilmente arriva in molte di quelle case dove non hanno presa gli appelli, seppur sacrosanti, degli intellettuali alla Manconi. Mi ripeto, non è questo il luogo adatto per una riflessione sociologica, ma fotografando la realtà attuale il ruolo della “Velina di Striscia” è uno dei più ambiti e desiderati dalle nostre teenagers. Per farla breve, son convinto che le parole di Mikaela, la “Velina Bionda”, siano di grande aiuto alla causa dello Ius Soli perché portano questa tematica fuori dal recinto della “discussione intellettuale” ed aiutano a far comprendere alla collettività che si tratta di una norma di civiltà e di buonsenso che potrebbe migliorare la vita di centinaia di migliaia di persone, che già vivono in Italia e si sentono orgogliosamente Italiani.

Alcuni passaggi dell’intervista a Mikaela, che ben ci spiega come il concedere dei diritti ad alcuni non li tolga ad altri, e soprattutto ci spiega come siano strumentali gli attacchi di chi invita il Governo ad occuparsi dei “veri problemi degli italiani”: "Vorrei manifestare perché io non vengo considerata italiana, pur vivendo qui dall'età di 6 anni. Ho fatto ben tre cicli di scuola, fino alla maturità, e aspetto ancora di avere la cittadinanza. Ho fatto la domanda, e spero che arrivi presto il documento.

Poi spiega, con cognizione di causa: “ Sì, ma secondo me bisognerebbe parlare più correttamente di ius culturae. Vede, un bambino, come sono stata io, cresciuta in Italia, ha assorbito la cultura italiana, per forza di cose. Ha studiato qui, assieme a compagni italiani, ha acquisito una mentalità italiana. Dunque, è giusto che gli venga riconosciuta l'italianità. Quando sono all'estero, io mi dichiaro italiana, e i miei nuovi amici stranieri riconoscono in me un'italiana". "Ho letto. L'hanno scritto anche giornali francesi, e uno belga. Ma gli italiani non sono razzisti. Però molti non sanno affrontare una società multietnica, che è già nelle cose”.

Continua Mikaela (che a causa del suo colore della pelle ha ricevuto numerose minacce sui social): “I politici, pure. Inadeguati. Molti italiani hanno paura del diverso, si sentono in pericolo... Non gliene faccio una colpa. Però attenzione. L'ignoranza porta alla violenza, ai commenti razzisti sui social. A quelli che parlano di razza ariana, 72 anni dopo la fine del nazismo" Dal mondo della Scuola a quello delle Istituzioni, da Papa Francesco alla “Velina Bionda”, da intellettuali come Renzo Piano ai numerosi appelli del Popolo del Web, si alza un coro unanime per chiedere al Parlamento Italiano l’approvazione dello Ius Soli, una Legge di Civiltà.

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